They Made Me a Criminal
USA 1939 Warner Bros
con John Garfield, Claude Rains, Ann Sheridan, Gloria Dickson, May Robson, Barbara Pepper
regia di Busby Berkeley
Johnny Bradfield campione del mondo dei pesi leggeri festeggia la vittoria con una solenne sbornia in cui rivela che la sua facciata da bravo ragazzo senza vizi e che vive solo per la mamma è falsa. Purtroppo la confidenza viene ascoltata da un giornalista deciso a rivelarla, Johnny sviene tentando di colpirlo e il suo manager da una bottigliata in testa all'uomo per fermarlo e lo uccide. Il manager e Goldie, l'amica di Johnny, scappano lasciando che la colpa ricada sul boxeur ma muoiono carbonizzati in un incidente d'auto.
Creduto morto nell'incidente Johnny diventa un barbone e se ne va all'Ovest, in Arizona trova rifugio in un centro di recupero per giovani a rischio riformatorio, si affeziona ai ragazzi e s'innamora della sorella di uno di loro tanto da decidere di rischiare di essere riconosciuto pur di trovare i soldi per portare avanti il ranch..
Busby Berkeley è più noto come coreografo di sfavillanti numeri musicali che come regista e questo film tra il dramma e il noir non dovrebbe proprio rientrare nel suo genere.
Pur diversi limiti, il film presenta delle caratteristiche interessanti: innanzi tutto è la pellicola che fa conoscere John Garfield, il primo dei ribelli morto a soli 39 anni il 21 maggio 1952, famoso protagonista de Il postino suona sempre due volte con Lana Turner.
John Bradfiel è il classico personaggio in cerca di redenzione: ha avuto tutto ma deve scontare la mancanza di fiducia nel prossimo: non esistono amici, dice all'inizio della sfuriata che rivelerà la sua falsa immagine di bravo ragazzo.
Perduta la fama e il denaro, Johnny diventa uno dei tanti barboni che viaggiano sui treni merci e finisce nel ranch Rafferty dove lega facilmente con i ragazzi inducendoli anche a comportarsi in maniera poco leale perché è l'unico modo per farsi strada nel mondo ma ci mette molto di più ad entrare nel cuore della bella Peggy.
La parte più interessante del film è la descrizione del legame di Johnny con i ragazzi (i The Dead End Kids così chiamati dalla pièce di Broadway che avevano interpretato prima di essere chiamati a Hollywood da Sam Goldwyn) sulla costruzione di questo legame è incentrata anche la sequenza più interessante del film, quella del bagno nella cisterna. Mentre tutti sguazzano, un contadino utilizza l'acqua abbassandone il livello dentro la cisterna, per Johnny e gli altri diventa impossibile uscire e il più piccolo rischia anche di affogare: il montaggio alternato, le riprese subacquee e gli schizzi d'acqua sanno creare una certa tensione e rendere palpabile il rischio corso dai protagonisti.
Anche l'antagonista di Johnny è in cerca di riscatto: Monty Phelan è un ottimo detective ma ha mandato alla sedia elettrica un innocente e quindi ora è relegato in ufficio. Phelan ritiene che il cadavere trovato nell'auto non sia quello del pugile ma i superiori non gli credono e gli affidano il caso solo per toglierselo di torno.
Da buon segugio Phelan riconosce Johnny da una foto e si presenta all'incontro amatoriale che il boxeur è pronto a sostenere per trovare i soldi per salvare il ranch dalla chiusura. Scoperta la presenza del poliziotto, Johnny pensa di scappare ma poi decide di combattere con la destra pur essendo mancino per non farsi riconoscere: sarà l'incitamento di Phelan che lo ha riconosciuto comunque a far sì che Johnny stravinca l'incontro guadagnando i soldi anche per un altro pugile dilettante.
Con una camminata che ricorda quella famosa di Casablanca, Phelan si avvia verso il treno con il pugile arrestato per l'omicidio del giornalista ma alla fine decide di lasciarlo andare: Johnny si è riscattato e Phelan ha avuto conferma delle proprie abilità investigative che gli fanno intuire che il pugile non è colpevole dell'omicidio.
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