con Fern Andra, Hans Heinrich von Twardowski, Ernst Gronau, Harald Paulsen, Louis Brody
regia di Robert Wiene titolo alternativo Genuine, die Tragodie eines Seltsamen Hauses titolo inglese Genuine: A Tale of a Vampire
Da quando ha dipinto il ritratto della sacerdotessa Genuine, Percy, un giovane pittore è diventato cupo e solitario, rifiuta la compagnia degli amici e di vendere il quadro passando le giornate fantasticando su Genuine.
Un giorno si addormenta e la donna esce dal dipinto per narrargli la sua storia: sacerdotessa di riti sanguinari venduta come schiava dopo che la sua tribù è stata sconfitta, comprata da un vecchio e bizzarro Lord che la tiene segregata in un ambiente sotterraneo, benché confortevolissimo perché non si contamini con le brutture del mondo.
Genuine riesce a fuggire dalla sua prigione e incontra Florian, il nipote del barbiere che proprio quel giorno sostituisce lo zio, con i suoi poteri mentali Genuine induce Florian ad uccidere Lord Melo suo carceriere e fa del giovane il suo amante ma nell'estasi della passione pretende che lui si uccida per lei. Il servo del palazzo fa fuggire Florian; poco tempo dopo arriva Percy, nipote del lord; anche lui viene ammaliato da Genuine che gli chiede l'abituale sacrificio di sangue. Un amico di Percy annuncia alla donna che il suo amato è morto, Genuine si dispera capendo la follia delle sue abitudini e quando scopre che Percy è ancora vivo capisce di essere innamorata e gli rivela tutto il suo passato. Florian intanto nel delirio confida allo zio l'omicidio, avvertite le autorità la folla si dirige verso il palazzo dalla fama sinistra e uccide Genuine che oramai aveva capito i suoi errori ed era votata all'amore.
Il pittore si risveglia dal terribile incubo e vorrebbe distruggere il quadro ma in quel mentre torna l'acquirente (che ha le fattezze di Lord Melo) e lo acquista a un prezzo spropositato.
Genuine è il film immediatamente successivo al famoso film di Wiene, Il gabinetto del Dottor Caligari, la pellicola non ebbe lo stesso successo del film precedente e rischiò di andare perduta.
La copia attualmente visibile risale a un restauro del 1996 unendo due copie sopravvissute, mancano comunque circa 600 metri di pellicola.
Il film è una fantasmagoria visivamente molto più folle de Il Gabinetto del Dottor Caligari e sarà visibile stasera a Milano musicata dal vivo da Alberto Ferrari, front man dei Verdena, ultima delle quattro date della musicazione da vivo dell'artista.
Devo dire che si tratta di una delle musicazioni più belle a cui abbia mai assistito, musica molto contemporanea, ben suonata che si adatta perfettamente al film. Il cantante vi aggiunge in alcune scene, sooprattutto riguardanti Lord Melo, una specie di gramelot estremamente efficace e coinvolgente. Qualora il film non interessasse più di tanto vale la pena assistere all'ottimo spettacolo offerto dall'artista.
Ma Genuine è una pellicola di un tale delirio visionario che non può non coinvolgere lo spettatore anche se la trama è oggettivamente complicata.
Il film è molto più espressionista del capolavoro precedente di Wiene, i costumi di Genuine sono stupefacenti, degni della Vivienne Westood più punk: strappi, pizzi, trasparenze, piume borchie, addirittura una scarpa diversa dall'altra.
Le riprese sono meno sghembe di quelle de Il Gabinetto del Dottor Caligari ma le decorazioni espressioniste, con riferimento all'arte primitiva sono molto più esplicite e non si limitano solo alle scenografie dove culmina l'orologio/testa dello scheletro, ma caratterizzano con tratti grafici anche il trucco dei personaggi, ad esempio la decorazione bianca sul petto nudo del servo di colore.
La trasformazione di Florian quando lo zio barbiere lo chiama in città è altrettanto d'impatto: un taglio di capelli geometrico con due ciuffi uno sulla fronte e uno sulla guancia che potrebbero essere usciti da una sfilata contemporanea.
Inquietante la figura di Lord Melo, ingobbito da una palandrana svergola, costretto a camminare su minuscole scarpe coi tacchi sembra anticipare il conte Orlok che Murnau avrebbe portato sullo schermo nel 1922 in Nosferatu.
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