con Doris Duranti, Pál Jávor, Aldo Silvani, Egisto Olivieri
regia di Flavio Calzavara
Nel 1893, appena arrivato in un isola del canale di Sicilia dove c'è una colonia di lavoratori forzati, il tenente milanese Carlo Salvini viene scambiato per l'ex fidanzato che l'ha abbandonata da Carmela, una ragazza del paese che ha perso la ragione dopo la fuga dell'amato. Salvini, con l'aiuto del medico della guarnigione, prima fa evitare alla ragazza di essere di nuovo internata in manicomio, poi dalla compassione passa all'amore verso la fanciulla che ritrova la ragione.
Carmela è il celebre film di Doris Duranti (nata esattamente 100 anni fa) che diede vita alla famosa querelle del primo seno nudo del cinema italiano: quello della Calamai ne La cena delle beffe o quello della Duranti proprio in Carmela? Il primato va in realtà alla comparsa Vittoria Carpi che forse involontariamente mostra le sue grazie ne La Corona di Ferro.
In ogni caso nella vecchia copia di Carmela passata su Raiuno ben più di un decennio fa, il famoso seno “ripreso all'impiedi” non si vede e non saprei dire a quando risale il taglio censorio.
Nonostante questo il film merita qualche annotazione su una certa tendenza verista nel mostrare la vita nell'isola (in realtà le riprese si svolsero in Liguria) e un gusto per il melodramma amoroso che non sarebbe stato possibile nella filmografia di regime degli anni '30; si sa che i geni più grandi che espresse il nostro cinema post bellico allignavano da tempo nel Centro Sperimentale di Cinematografia e i germi riescono a toccare un prodotto di regime come questo dove brilla la famosa diva amante di Pavolini e dove viene mostrata una versione edulcorata della vita dei forzati con il nuovo tenente molto solerte nel controllare il loro stato di salute, preoccupato che una donna che può essere recuperata alla vita normale finisca ingiustamente in manicomio (e il pensiero va a Ida Dalser).
Che poi tutta questa umanità in un'isola del Canale di Sicilia, la porti un milanese di nome Salvini ci pone ancora una volta davanti all'ironia della Storia.
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