Francia 1958
con Jeanne Moreau, Maurice Ronet, Lino Ventura, Georges Poujouly, Yori Bertin, Jean Wall
regia di Louis Malle
Julien Tavernier è l'amante di Florence Carala, la moglie del suo datore di lavoro. Su istigazione della donna, Julien uccide il rivale facendolo passare per un suicidio. Tutto sembra essere andato secondo i piani ma uscito dall'ufficio Julien si accorge di un dettaglio che potrebbe incriminarlo e torna dentro il palazzo per recuperarlo; mentre è in ascensore il guardiano toglie la corrente e Julien resta imprigionato.
Louis, il fidanzato della commessa Veronique approfitta dell'auto lasciata aperta da Julien per rubarla e trascorrere una notte brava con la sua ragazza, Florence vede passare la macchina di Julien con a bordo la commessa e pensa che l'amante non abbia avuto il coraggio di compiere l'omicidio. Julien trascorre la notte di sabato bloccato nell'ascensore mentre Louis uccide due turisti tedeschi per rubare la loro auto. L'omicidio dei tedeschi ricade su Julien che non può confessare dove ha trascorso la notte, Florence sta per scagionarlo ma un rullino fotografico rivela i colpevoli dei vari omicidi.
Ascensore per il patibolo è il lungometraggio d'esordio di Louis Malle, sfolgorante nella capacità di usare gli elementi del noir per raccontare una storia d'amore resa impossibile dagli scherzi del destino. Dopo la telefonata iniziale in cui si accordano per l'omicidio, Florence e Julien non avranno più modo d'incontrarsi, lui bloccato nello spazio angusto dell'ascensore, lei vagando nella notte parigina alla ricerca del suo amante nonostante creda che sia venuto meno al suo patto: spazi antitetici che però hanno la stessa valenza straniante.
La separazione beffarda dei due protagonisti è l'unico elemento che fa in modo che il pubblico parteggi per i due amanti altrimenti diabolici in un film in cui non si salva nessuno: Carala è un magnate senza scrupoli che lucrato ha sulle guerre in Indocina, Louis e Veronique sono due ragazzini nichilisti che non si rendono conto delle conseguenze dei loro gesti, incapaci pure di suicidarsi, atto che non è tanto un pentimento per l'omicidio dei turisti ma un'estrema fuga nichilista con la speranza che facciano un film su di loro.
Anche i due turisti, altre traiettorie casuali del destino, non intercettano i favori del pubblico: la risata del tedesco suona sempre troppo falsa e la sua indifferenza alle false generalità date dai ragazzi lascia intendere qualcosa di losco.
Il film passa alla storia anche per la colonna sonora composta da Miles Davis improvvisata di getto sulle immagini senza sonoro della pellicola, un altro graffio crudele e lancinante che sottolinea il sentimento disperato dell'opera.
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