USA 2001 Lions Gate
con Bill Paxton, Matthew McConaughey, Power Boothe, Luke Askew
regia di Bill Paxton
Una sera, l'agente dell'FBI Wesley Doyle riceve una strana visita: un uomo che dice di chiamarsi Fenton Meiks gli rivela che "la mano di Dio", il serial killer che Doyle sta cercando da mesi senza successo, è suo fratello Adam che si è appena suicidato.
Fenton gli racconta la storia della sua infanzia: lui e suo fratello cresciuti dal padre che un giorno impazzisce e confida ai figli di essere stato scelto da Dio per la lotta finale contro i demoni. I due ragazzini vengono coinvolti nella spirali di omicidi dal padre, mentre il piccolo Adam accetta senza problemi la follia del genitore, Fenton farà di tutto per opporsi fino al punto di uccidere il padre.
Doyle si lascia convincere dalle parole di Fenton e lo segue nel roseto dove si trovano i cadaveri delle vittime ma andrà in contro ad una amara sorpresa..
Debutto alla regia nel lungometraggio dell'attore Bill Paxton, Frailty è un originale horror dai risvolti psicologici, girato quasi come una fiaba nera per bambini: gli omicidi sono sempre fuoricampo, soprattutto nella parte iniziale del film, con il procedere del disvelamento della vera identità dei personaggi anche la visione del sangue aumenta pur mantenendo gli aspetti gore ai livelli minimi.
Il punto di vista è quello infantile di Fenton, il più grande dei fratelli Meiks che si trova a dover gestire improvvisamente la lucida pazzia di un padre altrimenti amorevole e comprensivo. Diviso tra il proprio senso di giustizia e l'amore verso il genitore il ragazzino si troverà a dover fare una scelta drammatica tra il padre e la sua ennesima vittima.
Lo studio psicologico del bambino è ben articolato e rende coinvolgente i due terzi del film che nel sottofinale prende una piega del tutto inaspettata: non solo il racconto del presunto Fenton è totalmente inventato ma probabilmente anche lo schieramento tra buoni e cattivi, pazzi e savi va completamente ribaltato. Finale d'effetto molto riuscito per un film horror che aggiunge una critica alla società contemporanea alla stigmatizzazione dell'inquietante delirio religioso.
Avevo visto questo film in sala quando era uscito nel 2002 e mi è sempre rimasta impressa l'ambiguità di Matthew McConaughey, allora solo considerato solo un sex symbol, il suo lato oscuro è emerso definitivamente in opere molto più recenti come Killer Joe, un plauso quindi a Paxton anche per l'intuizione.
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