USA 1945 MGM
con George Sanders, Hurd Hatfield, Donna Reed, Angela Lansbury, Peter Lawford, Lowell Gilmore
regia di Albert Lewin
Il cinico Lord Henry Wotton rimane affascinato dal giovane Dorian Gray che incontra nello studio del pittore Basil Hallward, intento a fargli un ritratto che sembra aver catturato l'essenza di gioventù del giovane che, sull'onda dei consigli di Wotton esprime il desiderio di non invecchiare mai. Nel proposito di sfruttare appieno la propria giovinezza, Dorian diventa un viveur che non disdegna di frequentare anche i bassifondi e un tabarin di terz'ordine s'invaghisce della bella cantante Sybil Vane, decidendo di sposarla ma ancora una volta Gray subisce il cinismo di Wotton e mette Sybil alla prova chiedendole di concedersi prima del matrimonio, la ragazza cede e la mattina dopo Dorian la lascia con un indennizzo in denaro. La sera stessa la ragazza si suicida e Dorian inizia a notare dei segni di cambiamento del suo ritratto: per lunghi diciotto anni Dorian si trasformerà in un diavolo dalla faccia angelica che non invecchia mai portando alla rovina chiunque venga a contatto con lui. Per salvare Gladys, la giovane nipote di Basil di cui si è innamorato, Dorian decide di distruggere il ritratto e mette così fine anche alla sua vita.
Il celebre romanzo di Oscar Wilde uscito nel 1890 vanta numerosissime trasposizioni cinematografiche a partire dal 1910 con una prima versione danese.
Il film di Albert Lewin del 1945 è certamente la versione più fedele alla trama del romanzo con il rischio di diventare didascalica nella seconda parte quando l'arguto Wotton che si esprime solo con gli aforismi di Wilde ed interpretato dal sempre magistrale George Sanders, resta una figura defilata che torna solo nel finale.
Nel film s'intuisce però quell'atmosfera fatale e raggelata che Lewin saprà ben rappresentare nel suo capolavoro Pandora.
Salta all'occhio anche l'interesse che il regista dimostra per la pittura nelle sue pellicole: il film d'esordio, La luna e i sei soldi, è addirittura ispirato alla vita di Gauguin ma in Dorian Gray e in Pandora i quadri assumono una valenza particolare, risolutiva ai fini del racconto. Ne Il ritratto di Dorian Gray l'osservazione è quasi lapalissiana, l'importanza del quadro è già nel titolo ma Lewin per sottolinearla ulteriormente usa degli inserti a colori per mostrare le varie evoluzioni del dipinto corrispondenti alla bieca trasformazione dell'anima di Dorian mentre la pellicola è girata in un bianco e nero ricco di contrasti dove la luce e le ombre hanno valenze espressioniste.
La ricostruzione d'epoca è piuttosto fedele, per essere degli anni '40 e a un certo punto s'intravede Gladys sfogliare un libro di Oscar Wilde con le illustrazioni di Aubrey Beardsley.
Il cast è decisamente interessante perché, Sanders a parte, i protagonisti del film sono praticamente tutti degli esordienti: nel ruolo di Sybil Vane troviamo Angela Lansbury che con questo ruolo vince il suo primo Golden Globe, Gladys è interpretata da Donna Reed premio oscar come attrice non protagonista per Da qui all'eternità, è passata alla storia come la protagonista femminile de La vita è meravigliosa di Frank Capra.
Lowell Gilmore (Basil Hallaward) e Hurd Hatfield (Dorian Gray) sono entrambi al secondo film: se Gilmore resterà sempre relegato a ruoli secondari, l'algido Dorian di Hatfield trasforma l'attore in a star ma sarà l'artista a ritirarsi per un certo periodo dall cinema, limitandosi a teatro e tv, per non dover ripetere interpretazioni simili a quella che gli ha dato la fama.
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