USA 1936 Selznick International Pictures
con Marlene Dietrich, Charles Boyer, Tilly Losch, Basil Rathbone, Joseph Schildkrau, John Carradine
regia di Richard Boleslawski
Monica Tilden è una giovane ereditiera che ha sempre avuto un forte senso religioso e alla morte del padre vorrebbe ritirarsi nel convento in cui ha studiato ma la madre superiora le consiglia un viaggio nel deserto per cercare sé stessa. In Algeria la donna s'innamora, riamata, di Boris Androvsky, un uomo tormentato e dal passato oscuro, i due si inoltrano nel deserto e vivono felici fino a quando l'incontro con un ufficiale francese non porta a scoprire la vera identità di Boris: è un monaco trappista fuggito dal convento per sperimentare la vita nel mondo. La profonda fede di Monica la porta a restituire l'amato alla vita religiosa.
Il giardino di Allah è il remake sonoro di un film che aveva avuto due versioni all'epoca del muto, nel 1916 e nel 1927; si tratta di una storia piuttosto bislacca, soprattutto ai nostri giorni in cui non troveremmo così scandaloso che un frate abbandoni la tonaca e sicuramente metteremmo l'amore di coppia davanti a quello per il Signore, sicuri che nella sua misericordia comprenda l'amore umano in cui lo stesso Boris dice di aver ritrovato Dio.
Una stranezza interessante è quello di trovare Marlene Dietrich nel ruolo inconsueto della donna di buoni principi, solitamente alla Dietrich vengono affidati ruoli da peccaminosa che si riabilita per amore o con l'amore sul finale. Si tratta dell primo film a colori girato dalla diva e devo dire che per quanto sempre bellissima, la bellezza diafana di Marlene guadagna con il bianco e nero anche se Colette scrisse che «Devant la couleur rose bonbon de la bouche pincée de [Marlene], l'or anémique de ses cheveux, l'azur incertain de son regard, les bras nous en tombèrent» (fonte wikipedia)
La pellicola è la quarta girata con in technicolor ed è prodotta da David O.Selznick, il marchio del tycoon si vede nelle silhouette stagliate contro incendiati tramonti (e anche albe) che caratterizzeranno anche il suo capolavoro, Via col Vento.
Girato in California e in Arizona, il film mette in scena tutta la paccottiglia esotica legata al fascino del deserto ereditato dal cinema muto, ad esempio il balletto sensuale di Irena (Lili Tosh), il vecchio che legge il futuro nella sabbia (John Carradine). Basil Rathbone, C. Aubrey Smith e Joseph Schildkraut nei panni del divertente Batouch, il tipico levantino servile, completano un cast che testimonia un progetto costoso che finì per costare cifre spropositate per le sperimentazioni tecniche dovute al colore.
il DVD della Sinister Film offre un buon riversamento del colore estremamente luminoso.
I contenuti extra sono composti da una galleria fotografica e un mini poster con la tagline dellepoca per il lancio del film.
Il valore aggiunto è però il film muto tedesco del 1929 Il bacillo dell'amore di Robert Land che ha per protagonista Marlene Dietrich.
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