Si è conclusa domenica scorsa la bellissima mostra dedicata al più famoso artista cinese, noto per il suo attivismo politico che lo ha portato più volte in prigione e a un perenne scontro con il governo che tenta in ogni modo di controllarlo.
La mostra di Palazzo Strozzi è stata la prima monografica italiana dedicata ad AiWeiwei e la strabordante personalità del divisivo artista cinese ha coinvolto l'edificio stesso: due lati della facciata sono diventati parte integrante della istallazione site-specific Reframe che ha ricoperto le arcate delle finestre del piano nobile con i gommoni di salvataggio per i migranti che attraversano il Mediterraneo, tema che sta molto a cuore all'artista. Istallazione molto discussa fin dall'apertura della mostra, personalmente non l'ho trovata brutta anzi sono rimasta fortemente colpita dal fatto che le strutture nautiche si adeguassero perfettamente alle proporzioni del palazzo costruito in un periodo in cui l'Umanesimo era il metro per misurare il mondo.
Anche Refraction, l'istallazione che si trova nel cortile ha un rimando rinascimentale: rappresenta la struttura di un'ala (facendomi subito pensare a Leonardo) realizzata assemblando cucine solari: l'opera è stata presentata per la prima volta nel 2014 in un altro luogo dalla forte valenza simbolica l'isola di Alcatraz, che acuisce il significato dell'opera la mancanza di libertà che l'artista ben conoscosce e mi sovviene ora che nel celebre film L'uomo di Alcatraz il protagonista allevava uccelli.
Per entrare nel percorso espositivo bisogna attraversare Forever un portale fatto di biciclette assemblate che crea una vertiginosa foresta metallica, l'opera rivela i modelli artistici di Ai Weiwei che s'ispira a Duchamp e alla sua ruota di bicicletta e sottolinea un altro tema importante per l'artista cioè l'impatto ambientale.
L'importanza di rispettare e coesistere con l'ambiente emerge chiaramente in Sichuan, la sezione dedicata al tremendo terremoto che nel 2008 ha distrutto la regione omonima della Cina: la determinazione nel portare a galla le responsabilità politiche dietro l'altissimo numero di vittime è costato ad Ai Weiwei lagalera e le continue limitazioni di libertà. Snake Bag è una delle opere nate dalla tragedia: un lunghissimo serpente (forza tellurica) formato da oltre trecento zainetti scolastici a ricordare il grande numero di studenti morti nelle strutture scolastiche scadenti.
Al Rinascimento, tema che abbiamo già visto comparire è dedicata una sezione in cui i poliedri in legno si ricollegano anche alla sezione precedente sull'uso del materiale nella cultura cinese mentre i quattro ritratti di celebri personaggi della Firenze rinascimentale, Galileo, Savonarola, Dante e Filippo Strozzi alludono di nuovo a uno scontro diretto con il potere che comporta variabili forme di limitazione della libertà, dall'esilio alla pena di morte. I ritratti sono realizzati con i LEGO, i celebri mattoncini che l'artista cinese utilizza spesso, l'effetto ottenuto mi ricorda la riproduzione dei quadri celebri fatti a mezzo punto.
Oggetti di uso comune invece, sono riprodotti dall'artista in materiali nobili, giada, cristallo, marmo: il valore della materia prima rappresenta il valore che un oggetto anche umile può assumere assume nella vita di una persona: una gruccia per poter stendere i propri panni lavati, nella vità di un recluso diventa il simbolo di una dignità che non si vuole perdere.
L'artista nutre anche un profondo interesse per l'antiquariato denunciando da oltre vent'anni il disinteresse dello Stato per il patrimonio culturale a partire dalla performance del 1995 Droppin a Han Dinasty Hurn qui rappresentata dalle tre foto in versione LEGO. L'intento provocatorio della performance torna nei vasi antichi ricoperti di vernice per carrozzeria: solo sfregiando platealmente un'antichità si riaccende l'attenzione sulla sua importanza storica
Che nell'arte di Ai Weiwei sia molto forte la componente provocatoria, ironica, una miscela esplosiva di alto e basso dovrebbe essere stranoto eppure mi è capitato ancora di leggere note di biasimo sull'opera più celebre di Ai Weiwei la virale Perspective cioè il dito medio ai simboli del potere a partire dalla foto in bianco e nero del 1995 fatta in Piazza Tienanmen, ora non starò qui a spiegare il significato concettuale dell'opera ma vi dirò che per quel che ha subito l'artista, spiegato molto bene da diversi video che tenevano incollati gli spettatori, il fuckoff di Ai Weiwei è persino signorile!
Il gesto torna anche sulla carta da parati Finger che mi ha richiamato alla mente un'altra opera tutta italiana, la Testa di cazzi di Francesco Urbini, a suo modo anticipatore di Arcimboldo (e proprio nella mostra viennese dedicata al maestro milanese vidi il piatto in questione).
La mostra si avvia alla chiusura con Souvenir from Shangai macerie dello studio realizzato da Ai Weiwei e fatto demolire dallo stesso Stato che l'aveva commissionato, come sua abitudine l'artista ha trasformato un gesto di sopruso in un happening con un party per la demolizione, come ricordano i granchi in porcellana ma nel video che testimonia la demolizione si vede il commovente sconforto di un uomo che utilizza la sua arte per non cedere al sopruso, ci si indigna anche pensando allo spreco: almeno i Medici si tennero il bellissimo palazzo di Strozzi esiliato per vent'anni, nel nostro tempo si continua a sprecare soldi e suolo pubblico.
A chiudere la mostra Surveillance camera and plinth, riproduzione in marmo di una videocamera di sorveglianza puntata sul pubblico che sta lasciando la mostra: l'artista alludere alla sua detenzione ma la costruzione dell'oggetto rivela una forza totemica anche positiva per chi vede nella continua sorveglianza un motivo di sicurezza.
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