The most dangerous game
Usa 1932 RKO
con Joel McCrea, Leslie Banks, Fay Wray
regia di Ernest B. Schoedsack & Irving Pichel
conosciuto anche con il titolo italiano di Caccia Fatale
Una nave affonda nelle secche accanto a un'isola creduta disabitata, si salva solo Robert Rainsford, celebre per le sue battute di caccia grossa. L'uomo trova un maniero abitato da un nobile russo, il conte Zaroff che ospita nella magione due persone sopravvissute a un predecente naufragio, i fratelli Eva e Martin Trowbridge. La ragazza mette subito in guardia Rainsford sugli strani comportamenti del conte e dopo la scomparsa di Martin, Robert e Eva scoprono il destino che li attende: Zaroff pratica la caccia all'uomo e ritiene la donna il premio per chi vince la battuta di caccia, se le due prede supereranno la notte sfuggendo al cacciatore otterranno la libertà..
Un classico della filmografia dell'orrore anni '30 firmato da Ernest B. Schoedsack in coppia con Irving Pichel mentre Merrian C.Cooper produce e ottimizza i costi di produzione sfruttando il medesimo set in notturna per girare con Schoedsack King Kong, che uscirà l'anno successivo.
Anche il cast è in gran parte lo stesso, soprattutto Fay Wray trofeo di caccia dai corti capelli bruni per La pericolosa partita di giorno e bionda preda della bestia sul set notturno di King Kong.
I protagonisti maschili Leslie Banks e Joel Mc Crea invece non figurano nell'altro film: sono due facce della stessa medaglia, appassionati di caccia grossa, Zoroff conosce Rainsford di fama e pensa che il cacciatore possa capire lo “sport” che ha inventato, rimanendo offeso e deluso davanti al disgusto del collega che durante la fuga per salvarsi la vita comprende la sorte degli animali a cui ha sempre dato la caccia. Una sorta di proto animalismo che troviamo anche in King Kong dove si parteggia per l'animale strappato al suo ambiente.
Le analogie tra le due pellicole, infatti, non sono solo relative al set ma anche all'idea di esotismo di Schoedsack e Cooper: luoghi remoti e selvaggi accessibili via mare, dove vige una legge ben diversa da quelle del vivere comune e il regno del delirante Zoroff, impazzito durante una battuta di caccia, è ben più inquietante del mondo di Kong la cui storia è più articolata in quanto sarà il divino scimmione a smarrirsi di fronte alla follia umana della cosiddettà civiltà.
La simbologia del film è molto interessante: i titoli di testa scorrono sul battente del castello di Zoroff che rappresenta un animale mostruoso che tiene tra le braccia una fanciulla svenuta, immagine molto simile a quella sull'arazzo lungo lo scalone dove la donna è rapita da un centauro. I richiami vanno ovviamente a King Kong ma la scultura del battente richiama anche i manufatti della stagione Rko firmata Val Lewton (la statua di Cat People, per esempio) come se il produttore chiamato a risollevare le sorti della casa di produzione volesse rinsaldare il legame con la RKO degli esordi.
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