con Anna Magnani, Giulietta Masina, Renato Salvatori, Alberto Sordi
regia di Renato Castellani
La domestica Lina, finisce alle Mantellate con l'accusa di aver rubato nella casa dei suoi padroni, in carcere le spiegano che il fidanzato che ha protetto probabilmente ha organizzato il colpo. Lina si affeziona a Egle, la più scafata delle compagne di cella che sembra averla presa sotto la sua protezione ma quando Lina viene scarcerta sarà proprio Egle a spezzare la scaramanzia che dovrebbe fare in modo che Lina non torni più in carcere..
Film molto sofferto sia nella genesi, per la rivalità tra le due attrici protagonisti che nella distribuzione: la copia che gira in televisione ha subito dei tagli ma nonostante questo il film conserva una forza notevole. Nella città l'inferno è un solido dramma carcerario che fu interpretato anche da vere detenute; il drammatico spaccato di vita, anche psicologico, è reso magistralmente dalla bravura delle due protagoniste.
Bravissima Giulietta Masina nel costruire il personaggio di Lina Borsani, la servetta veneta ingannata dal fidanzato Adone, interpretato da Alberto Sordi che ha una breve ma significativa comparsa nella scena dell'interrogatorio del giudice.
L'attrice cesella ogni passaggio del cambiamento di Lina che in carcere perde la sua ingenuità paesana per trasformarsi in una smaliziata prostituta che torna in carcere dopo qualche tempo: se la prima notte in carcere di Lina era stata una caduta nell'incubo, il rientro è una festa nel ritrovare le vecchie compagne, Egle per prima che però non accetta la trasformazione di Lina e la respinge con violenza.
Fu proprio la Masina a fare il nome della Magnani per il ruolo della coprotagonista ma l'arrivo di Nannarella stravolge la pellicola che diventa un film della Magnani: il personaggio di Egle le permette di portare in scena tutta la sua romanità, contemporaneamente impunita e di buon cuore. Indifferente a tutte le regole del carcere, dorme di giorno e canta tutta la notte, Egle ha facile presa su tutte le altre detenute, il suo cinismo è una maschera di finta indifferenza che lei porta alle estreme conseguenze, vedi il dialogo con l'infanticida, ma che crolla quando si ritrova davanti Lina ormai perduta, e la porta ad aiutare Marietta una giovane carcerata che si è innamorata, ricambiata di un meccanico che vede dalla finestra della prigione.
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