con Francesco Pannofino, Marco Leonzi, Greta Castagna
regia di Marco Chiarini
Agosto del 1982: Simone ha undici anni, orfano di madre vive con il padre contadino che non capisce (e un po' teme) il carattere solitario e svagato del figlio, perso in un suo mondo fantastico.
Simone è deciso a dimostrare al padre l'esistenza dei suoi amici immaginari fotografando l'Uomo Fiammifero, misterioso personaggio che vive sulla Luna, in grado di avverare i desideri: mancano cinque giorni al fatidico incontro quand'ecco che Simone fa amicizia con Lorenza, una ragazzina di poco più grande di lui che lo segue nelle sue avventure..
Opera prima di Marco Chiarini che nel 2010 è in lizza per il David di Donatello per il miglior esordio. L'uomo fiammifero è un film che mette al centro della narrazione il punto del vista del bambino, il suo modo di elaborare il lutto e lasciarselo alle spalle: l'uomo fiammifero era un pupazzo a cui la madre aveva assegnato un ruolo fantastico in cui Simone continua a credere per mantenere un rapporto con la figura materna ma l'arrivo di Lorenza e la scoperta dell'attrazione per l'altro sesso rappresenta la crescita e il passaggio dall'infanzia all'adolescenza del protagonista.
Il padre, un po' burbero, un po' spettatore sconsolato del percorso del figlio, è un bravo Pannofino, allora non ancora famosissimo, unico attore professionista in scena.
Il rapporto esclusivo padre/figlio rimanda a Collodi ma se Simone - Pinocchio diventa adulto e si allontana dalla fantasia, nel finale sarà Don Pietro a vedere l'uomo fiammifero.
Chiarini sa restituire anche le emozioni tipiche dell'infanzia di chi ha vissuto in campagna: l'estati assolate, un po' noiose ma foriere di scoperte a volte dolorose, un mondo forse per i più perduto reso perfettamente dal calore della fotografia.
Anche negli effetti speciali si legge l'estrema attenzione al mondo dell'infanzia e una menzione speciale va ai titoli di coda.
Commenti