USa 1956 MGM
con Paul Newman, Pier Angeli, Sal Mineo, Everett Sloane, Eileen Heckart
regia di Robert Wise
Rocco Barbella, figlio di poveri immigrati italiani di New York, fin dalla più tenera infanzia dimostra uno spirito ribelle e l'insofferenza verso il padre ubriacone, pugile fallito. L'adolescenza trascorre tra case correzionali e riformatori da cui fugge regolarmente, diserta anche dall'esercito dove era stato arruolato forzatamente dopo il riformatorio.
Per guadagnare qualche soldo onestamente, Rocky si avvicina alla boxe e inizia ad avere successo anche se rischia di perdere la licenza il giorno che si scopre innamorato di Norma, una amica della sorella, dimenticando di presenziare all'incontro della serata. Dopo il matrimonio con Norma, Rocky sembra aver trovato un equilibrio ed è in lizza per il campionato del mondo, quando loschi figuri del suo passato lo ricattano: se non venderà il match riveleranno il suo passato di disertore. Marciano con una scusa rimanda l'incontro ma la commissione lo sospende, la squalifica non è ratificata in tutte le città e a Chicago, dopo una notte di ripensamenti e un incontro sanguinoso, Graziano guadagnerà l'ambito titolo mondiale.
Seconda incursione di Robert Wise nel mondo della boxe, Lassù qualcuno mi ama è un biopic romanzato (anche se i titoli di testa riportano la didascalia "Questo è il modo in cui ricordo.. definitivamente. Rocky Graziano) ben diverso dall'amaro apologo di Stasera ho vinto anche io.
Una pellicola quindi più commerciale ma dalla confezione raffinata per il bianco e nero drammatico della fotografia (premiata con l'Oscar, come le scenografie) ed estremamente godibile ancora oggi grazie al racconto nervoso delle (dis)avventure da loser del protagonista perfettamente in linea con i tempi: il ruolo di Graziano, infatti, avrebbe dovuto andare a James Dean, tragicamente scomparso nell'incidente automobilistico del settembre 1955.
Nel cast compaiono attori legati alla figura di di Dean: Sal Mineo ancora una volta nei panni del sodale disperato del protagonista come fu in Gioventù Bruciata, e (Anna Maria) Pier Angeli, l'attrice cagliaritana che trovò fortuna in America e fu il grande amore del ribelle per eccellenza, anche lei scomparsa prematuramente a soli 39 anni il 10 settembre 1971 per overdose di barbiturici.
Per rimanere in tema di grandi ribelli dello schermo, nel film recita in un piccolo ruolo, non accreditato, anche Steve Mc Queen.
A sostituire l'attore scomparso arriva Paul Newman, al secondo ruolo da protagonista e trova la consacrazione: una recitazione in perfetto stile Actor's Studio, con momenti di disperazione contenuta (il collo incassato sulle spalle) alternati alla boria nevrotica: Graziano saltella spesso come se fosse sul ring.
Film seminale per tutta la produzione media a venire sui film di boxe: la brava Pier Angeli incarna il modello della dolce mogliettina disgustata dalla violenza del pugilato ma disposta ad accettarla pur di restare accanto all'uomo che ama, Rocky Graziano perde l'incontro decisivo per il titolo prima dello scandalo delle scommesse e poi lo riconquista dopo un match sofferto che subisce per lunghi round prima della riscossa finale: materiale che in seguito verrà sviluppato in saghe pugilistiche anziché in un unica pellicola.
A perdersi per strada è solo qualche spunto comico (i rientri a casa col volto sempre più tumefatto di Graziano) in favore del melodramma.
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