USA 1985 MGM
con Mickey Rourke, John Lone, Ariane Koizumi, Dennis Dun, Raymond Barry
regia di Michael Cimino
Dopo un eclatante omicidio, al capitano di polizia Stanley White viene affidata la zona di Chinatown in preda alla ribellione delle gang giovanili. White capisce subito che quella delle gang è un manovra per nascondere un sanguinoso cambio di potere ai vertici della triade e il poliziotto va allo scontro diretto con il nuovo capo Joey Tai lasciandosi una scia di morti alle spalle, moglie compresa..
Tornato a cinque anni dal flop de I Cancelli del Cielo, Cimino racconta la violenza della metropoli in un film che all'uscita, fu tacciato di razzismo e criticato dalla comunità cinese per l'immagine che dava di Chinatown.
Di certo la figura di White è estremamente scomoda per il personaggio protagonista di un film: alla bidimensionalità di un eroe degli anni '80 (e non dimentichiamo che Cimino sceneggiò anche il secondo Callaghan) si unisce l'antipatia di un uomo che cambia il proprio cognome polacco nel più anonimo White, un quarantenne colto nel momento di una crisi sentimentale per cui tradisce la moglie con la giovane giornalista che sicuramente lo attrae ma di cui intende anche sfruttare l'appeal televisivo per condurre in porto la sua operazione di pulizia di Chinatown, un poliziotto pluridecorato che si muove ancor come un soldato, ossessionato dal Vietnam. Eppure è proprio l'assurda caparbietà di White che finisce per farci schierare dalla sua parte, la sua ostinazione che ovviamente non porta a nulla: eliminato Tai, figura per certi versi speculare a quella del poliziotto, tornano gli accordi sottobanco tra mafia e polizia, a White non resta che il nuovo amore in un happy end che sa di posticcio nel mondo dei losers tanto cari a Cimino.
Il regista dirige da par suo con i fish eye che deformano gli spazi, gli improvvisi scoppi di violenza che alterano il ritmo della pellicola: basti pensare all'addio tra Stanley e Connie che si trasforma nell'omicidio della moglie da parte dei sicari di Tai.
Cimino anticipa un cinema che sta per arrivare prima dall'Oriente con i noir di Hong Kong, poi con Tarantino che ha sempre messo L'anno del Dragone tra i suoi film preferiti e tutta la sequenza al Crystal Palace, scenografia compresa, mi ha ricordato lo scontro con gli 88 Folli nello showdown finale di Kill Bill vol.I.
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