Chiuderà domenica 4 settembre la mostra antologica che Acqui Terme dedica al genio surrealista di Dalì, non ci sono i dipinti degli anni '30 e '40 ma le sei sculture attorno cui ruota tutta la mostra sono molto belle ed interessanti a partire dalla Venere Giraffa elegantissima nel suo essere surreale.
Di San Giorgio e il Drago colpisce la complessa monumentalità della scultura di grandi dimensioni, le altre, L'elefante Spaziale, La persistenza della memoria, la Donna del Tempo e il Profilo del Tempo (quest'ultima monumentale e posta all'esterno) pur essendo molto belle mi hanno colpito meno perché presentano temi classici dell'arte daliniana.
Alle pareti numerose opere su carta, anche quelle postume uscite nel 1999 che fecero molto scalpore. I soggetti sono disparati, dalle serie letterarie ispirate a Pantagruel, al Bestiario di Fontaine o il tema tipicamente spagnolo della Tauromachia, più soggetti surreali come il Telefono aragosta e in un'opera a tecnica mista c'è anche un ritaglio della stanza Mae West.
Molto interessanti, perché poco noti, gli altri oggetti esposti in mostra che vogliono sottolineare la capacità di Dalì di spaziare nei vari ambisti artistici, la Sedia Leda, i vetri per la cristalleria Daum tra cui spicca il piatto La Triomphale, i dodici oggetti d'oro esposti forse sono i più intriganti nella loro capacità di racchiudere l'arte di Dalì.
PALAZZO LICEO SARACCO
Vai Bagni 1, Acqui Terme AL
16 luglio /4 settembre 2016
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