interpretato e diretto da Tullio Solenghi, Anna Marchesini, Massimo Lopez
RaiPremium ricorda la scomparsa di Anna Marchesini, avvenuta ieri mattina, trasmettendo tra ieri e oggi, le cinque puntate dello sceneggiato Rai che confermò il grandissimo successo del Trio Lopez Marchesini Solenghi.
Io l'avevo visto solo a frammenti e ieri l'ho recuperato con grande piacere trovando una produzione che non è invecchiata, capace di far ridere e sorridere più dei programmi comici attuali.
I promessi sposi del Trio resta un unicum: almeno io non ricordo altri sceneggiati o serie tv che siano delle vere e proprie parodie, il programma segue il solco della tradizione delle parodie del Quartetto Cetra nella Biblioteca di Studio Uno, che però esauriva in un singolo episodio il rifacimento scherzoso di un classico della letteratura e nella sigla finale quando Renzo e Lucia si schivano correndosi incontro sulla spiaggia vedo una citazione dei varietà di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello.
Ispirazione al varietà che viene quindi portata in un genere televisivo diverso lo sceneggiato, di cui si utilizzano, sbeffegiandoli, tutti gli stilemi: la voce off, il riassunto delle puntate precedenti, la sigla.
Resta comunque una produzione prestigiosa come si vede dagli esterni: il borgo di Lucia è ambientato nel Ricetto di Candelo (BL), il convento della Monaca di Monza sfrutta la facciata dell'abbazia di Rivalta Scrivia (AL).
Ma nel 1990 lo sceneggiato è già in declino e allora il Trio ne fa una versione postmoderna con un'iniezione di telenovelas, soap opera, citazioni di spot pubblicitari (silenzio parla Agnese), elezioni di Miss e premi presentati da Daniele Piombi, produzioni di reti private realizzate con mezzi di fortuna (la telecamera fuori fuoco e/o fuori campo del pranzo tra Don Rodrigo e il Griso), la parodia dei guasti al telegiornale con la telefonata in regia: lo sceneggiato diventa il contenitore per esercitare una critica divertente a una televisione che sta cambiando.
Satira televisiva e satira di costume aggiornando agli anni '90 la storia dei due protagonisti; Renzo che gira con l'autoradio in mano, Lucia/Cenerentola che va al ballo sull'Ape, però i punti salienti dell'opera, cito solo l'Addio ai monti, non vengono snaturati anche se l'opera del Manzoni sembri quasi una scusa per dar vita alle follie surreali del Trio che entrano ed escono dal contesto letterario a loro piacere giocando con le fiabe e le citazioni filmiche; in fondo la foca monaca di Lopez non è poi in fondo troppo diversa dal cangurotto che lo stesso comico avrebbe fatto a Buona Domenica con Costanzo, ma se nel contesto del bizzarro convento di Monza risulta esilarante come trovata estrema, la reiterazione domenicale senza nessuna cornice assume un tono noioso e triste.
Purtroppo la comicità televisiva in questo quarto di secolo ha seguito solo quella via decontestualizzata perché bisognava abbattere i costi, perché il pubblico (o chi per lui) non voleva riferimenti alti, perché fino ai primi anni 2000 funzionava la satira politica che oggi resiste solo in Crozza, così il pubblico è stato abituato al tormentone, al facile gioco di parole perdendo un patrimonio di cultura anche comica.
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