L'11 giugno 1996 moriva in Svizzera, ad Ascona, Brigitte Helm, icona del cinema (non solo) muto per il doppio ruolo di Maria e la donna robot in Metropolis. L'attrice ebbe una carriera fulminea: si ritirò dalle scene nel 1936 e non volle mai rilasciare interviste relative alla sua attività cinematografica.
Brigitte Eva Gisela Schittenhelm era nata a Berlino il 17 marzo 1906, ultima di quattro figli. Il padre militare morì nel 1913.
Quando nel 1924 Fritz Lang stava preparando I Nibelunghi, la madre di Brigitte inviò le foto della figlia a Thea von Harbou, moglie e collaboratrice di Lang.
La ragazza non venne selezionata ma per il lavoro seguente, Metropolis, Thea si ricordò di lei, che nel frattempo si era impiegata come segretaria negli studi cinematografici della UFA.
Brigitte Helm entra nel cinema – e nella storia del cinema- con il doppio ruolo Maria e la Robot, impegnativo da un punto di vista artistico ma anche fisico visto il complicato costume che doveva indossare per il robot.
L'esperienza con Lang non la soddisfa e Brigitte non volle mai più lavorare con il regista. Il terzo film lo interpreta nel 1928 per G.W.Pabst, il delirante Il giglio nelle tenebre dove interpreta una ragazza cieca.
Sempre nello stesso anno il regista la dirige anche in Crisi (Abwege).
Ancora nel 1928 è Alraune, ne La mandragora di Henrik Galeen: una donna amorale nata da un esperimento genetico. Brigitte torna ad interpretare lo stesso ruolo due anni dopo nel 1930 in Alraune la figlia del male, remake sonoro del film di Galeen diretto da Richard Oswald.
Con Alraune l'attrice viene identificata totalmente con la vamp mangiauomini, ruolo che riveste egregiamente anche ne L'argent di Marcel L'Herbier, sempre del 1928.
Superato senza problemi lo scoglio del sonoro la carriera della Helm procede bene: nel 1932 lavora ancora con Pabst ne L'Atlandide dove interpreta Antinea, la regina del regno perduto.
Se ha accettato l'imposizione dell'esclusivo ruolo di femme fatale che lei non ama, Brigitte Helm non accetta l'intromissione in campo cinematografico del regime nazista e nel 1936 si ritira definitivamente dalle scene, lasciandosi alle spalle una serie di occasioni mancate che avrebbero potuto fare di lei una grande diva: imdb dice che Josef von Sternberg aveva pensato in origine a lei per L'angelo azzurro.
Non volendo trasferirsi in America, la Helm nel 1935 rifiuta il ruolo de La moglie di Frankenstein di James Whale che fece la fortuna di Elsa Lanchester.
In quell'anno Brigitte Helm gira il suo ultimo film Il marito ideale diretto da Herbert Selpin e ripara in Svizzera perché il secondo marito era di origini ebraiche. Qui cerca di farsi dimenticare dal mondo del cinema ma la potenza del suo debutto resta indimenticabile.
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