Chiude domenica 15 maggio la mostra torinese dedicata a Matisse: il celebre pittore ha la fama di aver sviluppato una propria visione artistica individuale, facendosi coinvolgere solo marginalmente dalle avanguardie parigine d'inizio secolo (i Fauve), la mostra indaga il percorso pittorico di Matisse confrontando ogni stagione della sua arte con i compagni di studio, gli amici rivali come Picasso e l'eredità che Matisse ha lasciato agli artisti che a lui si ispirano ancora oggi.
In questo senso la prima sezione I “Moreau” si rivela essere la più interessante: Matisse abbandona i corsi di Bouguereau per seguire le lezioni di Gustave Moreau, nella sala sono esposte le prime esperienze artistiche del pittore su soggetti che condivide con l'amico Albert Marquet e già l'opera di Matisse è distinguibile per la fluidità del tratto e la passione per il colore come dimostrato ad esempio nei due quadri Matisse nello studio di Manguin e Marquet mentre dipinge un nudo nello studio di Manguin.
Storica è l'opposizione tra fauvismo e cubismo che vede in Picasso e Matisse "il polo sud e il polo nord" delle avanguardie; sarebbe stato lo stesso Matisse ad inventare il nome del gruppo rivale parlando di piccoli cubi a proposito di un quadro di Braque; nonostante la rivalità anche Matisse sperimenta figure più spigolose e colori cupi durante gli anni drammatici del primo conflitto mondiale come la bellissima Testa bianca e rosa del 1914.
Finita la guerra anche la pittura di Matisse subisce un ripensamento abbandonando la ricerca delle avanguardie per un ritorno a una composizione più classica nella quarta sezione, Gli anni di Nizza. Riletture l'opera di Matisse si confronta con altri artisti che seguono lo stesso percorso come Modigliani (Ritratto di Dédie, 1918) e Derain.
Matisse diventa un artista molto quotato e alcuni temi privilegiati diventano una sua caratteristica come ad esempio quello delle odalische, ricordi di viaggi in Africa che lasciano il pittore libero di giocare con la decorazione e concentrasi sulla figura. L'algerina e l'Odalisca con i pantaloni rossi dialogano con opere posteriori soprattutto di Picasso (Nudo con berretto turco, Donna sdraiata sul divano blu) che alla morte dell'amico rivale ebbe a dire “Quando Matisse è morto, mi ha lasciato in eredità le sue odalische, ed è questa la mia idea dell’Oriente, sebbene non ci sia mai stato”.
Il confronto con Picasso continua anche nell'analisi del disegno: la serie dei Dessins, Themes et variations di Matisse dialoga con alcuni disegni di Picasso (Il riposo dello scultore II).
Il disegno semplificato a cui giunge Matisse ne Il sogno trova echi anche ne La falena di Balthus.
Altro tema centrale della pittura di Matisse è l'atelier dove l'artista può giocare liberamente con il colore e la decorazione come dimostra il bellissimo Grande Interno Rosso del 1948. Gli interni sono temi cari anche a Braque di cui spicca in mostra Toeletta davanti alla finestra 1942.
Per indagare La danza di Barnes, i grandi pannelli che l'americana Fondazione Barnes gli commissiona nel 1930, si analizza la grande passione che Matisse nutre per Renoir, soprattutto per i nudi di bagnanti realizzati in vecchiaia, molti dei quali di proprietà di Barnes le cui pose ritornano nei pannelli dipinti da Matisse.
Se Renoir influenza Matisse per la figura e il ritratto, Cezanne è l'esempio da seguire per le nature morte.
Matisse inizia già negli anni '30 ad approfondire la tecnica delle gouaches découpés cioè delle tempere ritagliate e applicate sul foglio, le cui influenze si vedono anche nei suoi ultimi dipinti come La ragazza vestita di bianco su fondo rosso: la genesi dell'opera venne documentata da un filmato di Francois Campaux che è visibile a Palazzo Chiablese.
Gli anni quaranta vedono il progressivo abbandono della pittura a favore delle gouaches découpés che danno vita al libro Jazz del 1947, ai due pannelli di Oceania stampati su lino: le influenze del nuovo stile di Matisse sull'arte della seconda metà del novecento, soprattutto americana, è lampante.
dal 12 dicembre 2015 al 15 maggio 2016
Palazzo Chiablese
Piazza S. Giovanni, 2
10122 Torino
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