A cinquant'anni dall'uscita del libro Il cinema secondo Hitchcock (che in Italia uscì solo nel 1977) esce il film di Kent Jones che rievoca la genesi di un volume che non può mancare nella biblioteca di qualsiasi cinefilo o aspirante tale.
E' il 1962 quando il trentenne Truffaut che arriva dai Cahiesr du cinéma e ha all'attivo tre soli film di cui due capolavori come I quattrocento colpi e Jules et Jim, contatta il regista inglese per proporgli una lunghissima intervista che duri almeno una settimana e svisceri l'enorme produzione di Hitchcock. L'intento di Truffaut è quello di confermare definitivamente la teoria già avanzata dai Cahiers: Hichcock non è solo un abile intrattenitore come pensa la critica americana ma un vero e proprio Autore, un artista che trasferisce nei suoi film la propria visione del mondo. E' davvero significativo e pungente l'intervento di Truffaut alla serata di premiazionde dell'Afi del 1979 quando dice “per voi americani è soltanto Hitch per noi francesi è Mr.Hitchcock”.
Hitchcock accetta ben volentieri l'omaggio del giovane collega e l'intervista che porta al libro inizia proprio il 13 agosto, giorno del sessantatreesimo compleanno del maestro del brivido. A documentare il lavoro ci sono le foto di Philippe Halsman e le registrazioni delle conversazioni.
Il documentario parte da questi elementi audio visivi per indagare il valore del libro, vera bibbia per tutti i i registi intervistati da Wes Anderson a Bogdanovich, da Fincher a Scorsese, Linklater e altri. Rispettando l'intento stesso del volume, al centro del film c'è la figura di Hitchcock, la sua evoluzione stilistica che però non prescinde mai dal muto: come sottolinea un intervento, i film di Hitch si potrebbero guardare senza sonoro e il senso globale della storia sarebbe chiaro comunque.
Nonostante la figura di Hitchcock sia centrale e il libro conosciutissimo, il documentario sa sottolineare alcuni punti misconosciuti: la preparazione certosina di Truffaut alle interviste che come dice Olivier Assayas ha lo stesso peso di un film: il cineasta francese riprenderà in mano le conversazioni prima della morte per curarne una riedizione.
Nonostante appartengano a due modi di fare cinema quasi agli antipodi, la libertà della Nouvelle Vague individualista di Truffaut opposta ai meccanismi ferrei del sistema degli Studios di cui Hitchcock fece sempre parte, i due artisti hanno alcune affinità non solo elettive ma anche biografiche come la consegna da parte del padre ai poliziotti, quello di Hitchcock è solo un pesante avvertimento che instillerà però nel regista un forte senso di colpa mentre a Truffaut toccò davvero il riformatorio dopo la consegna paterna.
Da questo formidabile incontro nasce un'amicizia che durerà tutta la vita in cui i due registi si terranno sempre in contatto ed è impressionante ricordare come due artisti di generazioni diverse morirono a soli quattro anni di distanza l'uno dall'altro: Hitchcock nel 1980 e Truffaut nell'84.
Scrivi un commento
Le tue informazioni
(Il nome e l'indirizzo email sono richiesti. L'indirizzo email non verrá visualizzato con il commento.)
Commenti