Il 10 marzo 1986 moriva Ray Milland, nome d'arte di Reginald Truscott-Jones, nato nel Galles il 3 gennaio 1907.
Pur non diventando mai una stella di prima grandezza (ed è un vero peccato, dato che fascino e carisma non gli mancava) ha avuto una lunghissima carriera con ruoli molto importanti.
Esordisce nei tardi anni '20 sugli schermi inglesi con il nome di Raymond Milland e già nel 1931 è negli Usa sotto contratto per la MGM che lo sfrutta per piccoli ruoli. Dopo una breve parentesi in patria si trasferisce definitivamente in America dove viene messo sotto contratto dalla Paramount per cui lavorerà almeno per un ventennio.
Tra i ruoli degli anni '30 ricordiamo Il Giglio d'oro del 1935 diretto da Wesley H. Ruggles dove interpreta un giovane lord inglese che mette a rischio l'amore tra la dattilografa Claudette Colbert e il giornalista Fred MacMurray; nel '36 è il coprotagonista maschile de La figlia della Giungla, film di debutto di Dorothy Lamour che le vale l'esotico soprannome di Sarong Queen.
Del 1937 è la commedia brillante Che bella vita di Mitchell Leisen con cui Milland girerà altri cinque film: Arrivederci in Francia e I cavalieri del cielo sono pellicole di propaganda essendo girate rispettivamente nel 1940 e 1941; Schiave della città del 1944 è il primo film in technicolor del regista che mischia musical e psicanalisi. Amore di Zingara del 1945 è un film di spionaggio che vede recitare Milland accanto a Marlene Dietrich e Kitty, sempre del 1945, è una pellicola ambientata nel tardo settecento che rilegge la fiaba di Cenerentola con spiccato cinismo.
Nel 1939 l'attore veste i panni di uno dei tre fratelli Geste arruolati nella Legione Straniera nel film Beau Geste di William A.Wellman.
Nel 1942 gira Vento Selvaggio di Cecil B. DeMille, un'avventura marinara che si segnala per uno dei pochissimi ruoli negativi interpretati da John Wayne.
Lo stesso anno segna anche l'incontro con Billy Wilder che lo dirige in Frutto Proibito accanto a Ginger Rogers travestita da dodicenne: è il primo film di Wilder e il caustico regista da subito affronta un tema spinoso come l'attrazione per le minorenni.
Con Wilder Ray Milland gira ancora nel 1945 il film che gli vale l'unico Oscar della carriera: Giorni perduti, una storia estremamente realistica e inconsueta per l'epoca della discesa nell'alcolismo di uno scrittore fallito.
La carriera dell'attore continua sempre molto intensa ma il ruolo di Giorni perduti fa scoprire il lato oscuro dell'attore che è quello che gli porterà ri risultati più interessanti come Il tempo si è fermato de 1948, un thriller dalle sfumature noir diretto da John Farrow, che lavora con l'attore anche l'anno seguente ne La Sconfitta di satana, una versione noir del mito di Faust ( cfr. Il Mereghetti 2014) che esce sconfitto dalle sue trame per irretire l'onesto procuratore Foster. Nel 1950 Farrow e Milland collaborano ancora nel western, non memorabile, Le Frontiere dell'odio.
Sempre del 1948 è il melò vittoriano Amarti è la mia dannazione dove Milland seduce una vedova e la induce al delitto ma sarà vittima della sua vendetta quando la donna scoprirà che ha un'amante.
Del 1952 è La Spia dove Milland da il meglio della sua recitazione nevrotica: è uno scienziato che confida agli agenti dell'Est gli studi sul nucleare: per sottolineare il senso di segretezza il film è completamente privo di dialoghi.
Nel 1954 è lo spiantato tennista Tom Wendice che vuole uccidere la moglie ne Il Delitto Perfetto di Hitchcock. Il film venne girato in 3D e segna l'inizio della collaborazione tra il maestro del terrore e Grace Kelly.
L'anno seguente l'attore interpreta l'architetto Stanford White vittima del triangolo amoroso tra la bella Evelyn Nesbit e il suo gelosissimo marito Harry Thaw ne L'altalena di velluto rosso di Richard Fleischer.
Il 1955 è anche l'anno in cui Milland esordisce dietro la cinepresa con il western Gli Ostaggi. In tutto sono quatto le regie dell'attore: Lisbona, film di spionaggio del 1956, Obiettivo Butterfly del '58 e Il giorno dopo la fine del mondo pellicola sci-fi del 1962: pur trattando generi diversi, i film diretti da Ray Milland hanno tutti la caratteristica di essere low budget come i film horror o di fantascienza a cui l'attore inizia a dedicarsi entrando anche nella factory di Roger Corman per cui gira Sepolto vivo (1962) dal ciclo di film tratti da Poe e l'anno seguente il notevole L'uomo dagli occhi a raggi X.
Già dal 1955 Milland inizia a recitare in serie televisive, cosa che continuerà a fare fino alla fine della sua carriera, segnaliamo le sue partecipazioni a Ellery Queen, dove appare nel pilot; Colombo, Fantasilandia, Cuore e batticuore, Love Boat, mentre sul grande schermo si limita a camei, da segnalare nel 1970 il ruolo del severo Oliver Barrett III padre di Ryan O'Neal nello strappalacrime Love Story.
Ha un ruolo anche ne Gli ultimi Fuochi l'ultimo film di Elia Kazan girato nel 1976.
La sua ultima apparizione è del 1985 nel corto The Gold Key di Richard G. Kutok.
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