con Lillian Gish, Lars Hanson, Montagu Love, Dorothy Cumming
regia di Victor Sjöström
La raffinata Letty Mason si trasferisce all'Ovest dalla Virginia, per vivere presso l'amato cugino Beverly ma la sua presenza suscita la gelosia della moglie Cora che arriva al punto di minacciarla se non si accasa al più presto. Letty si vede così costretta ad accettare la proposta di matrimonio dello zotico Lige che la prima notte di nozze capisce tutto il disprezzo della moglie e giura di rimandarla in Virginia appena avrà i soldi per farlo. Intanto la vita è sempre più dura perché la zona è costantemente battuta da venti furiosi, intollerabili per la ragazza e proprio durante una tremenda tempesta Letty finirà per ammazzare un uomo..
Il vento è il capolavoro del regista svedese Victor Sjöström la cui potenza visiva è rimasta intatta in questi novant'anni, soprattutto nella sequenza della tempesta di vento che trasmette ancora il senso di delirante oppressione che l'ambiente inospitale esercita su Lotty.
Alcune soluzioni sono di tipo espressionista, come l'oscillazione del lampadario che provoca giochi di luci ed ombre che paiono ipnotizzare lo sguardo allucinato di Lotty ma Sjostrom opta anche per immagini puramente fantastiche come il cavallo in sovrimpressione che impersona il terribile vento del Nord che sconquassa vite e abitazioni dei coloni, simbolo indomabile di una natura selvaggia che oppone una strenua resistenza agli uomini che cercano di domarla costringendoli a scendere a patti con gli aspetti più violenti del carattere umano.
Girato quasi sempre a ripresa fissa con molti dettagli degli oggetti o alcune scene raccontate solo con il dettaglio dei piedi come l'imbarazzo di Lotty e Lige appena sposati, il film stupisce inserendo improvvisamente un carrello in avanti su Roddy quando Lotty gli spara, per sottolineare lo stupore dell'uomo che non si aspettava la reazione violenta della donna e pensava di dominarla.
Un altra caratteristica del film per evidenziare la differenza tra Lotty e i suoi nuovi concittadini è l'uso delle didascalie: quelle riferite alla donna sono grammaticamente perfette mentre le altre sono sgrammaticate e con errori di ortografia: i cavalli saranno sempre "hosses" e mai horses; del resto nei titoli di testa anche il cognome del regista viene americanizzato in Seastrom.
La prova di Lilian Gish è davvero memorabile nel sottolineare, soprattutto con l'intensità dello sguardo, il percorso emotivo, spinto al limite della follia, della protagonista che conosciamo mentre viaggia sul treno verso Ovest sicura e senza problemi nel flirtare con Roddy, l'uomo che poi ucciderà.
Un commento merita anche l'ottima musicazione dei Cinestesia che ha sottolineato l'intensità emotiva della pellicola con un'improvvisazione che ricordava i Pink Floyd.
Visto a SpazioMusica di Pavia per il ciclo di film muti musicati dal vivo.
Un bel film.
Chissa' se Ridley Scott si e' ispirato a questo film per le immagini dell'unicorno :)
Scritto da: Roy | 25 marzo 2016 a 08:23