L'episodio speciale della serie Sherlock, rivisitazione contemporanea della figura di Sherlock Holmes, trasporta gli amatissimi protagonisti, Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, nel periodo vittoriano in cui agì l'acutissimo detective e il suo scrittore, Arthur Conan Doyle.
Sherlock e il fido Watson sono alle prese con il caso dell'abominevole sposa: una donna, Emelia Ricoletti, suicidatasi in pubblico che però torna dalla tomba prima per uccidere il marito poi per compiere altri inspiegabili delitti.
Non solo l'ambientazione rievoca fedelmente l'epoca vittoriana, come spiega Steven Moffat nell'introduzione alla puntata, ma anche il tema scelto ha le precise connotazioni gotiche di un racconto vittoriano sospeso tra suggestioni sovrannaturali e spiegazioni logiche, un revival vittoriano che abbiamo già avuto modo di incontrare qualche mese fa nella pellicola di Guillermo del Toro, Crimson Peak.
L'episodio inizia riproponendo l'incontro tra Sherlock (sociopatico come sempre) e John e la loro decisione di condividere l'appartamento al 221B di Baker Street, ma questo non significa che l'episodio sia completamente estraneo al punto in cui è arrivata la serie televisiva: la scoperta che l'acerrimo nemico di Sherlock, Moriarty non è realmente morto e lo speciale cinematografico riserva delle sorprese di loop temporale che non sono nuove allo stile di Moffat, autore anche del nuovo Doctor Who.
Ovviamente è un'opera pensata per un pubblico preciso, che conosce la serie ma comprensibile anche a chi fosse stato completamente digiuno di Sherlock, di certo colpisce vedere in provincia una sala strapiena al secondo giorno di programmazione (per giunta un mercoledì!) di un prodotto di nicchia.
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