Yul Brynner morì il 10 ottobre 1985 lo stesso giorno in cui si spense anche Orson Welles.
Come la scomparsa di Rock Hudson una settimana prima, anche quella dell'attore di origini russe ebbe un grande impatto sociale perché Yul Brynner morì di tumore ai polmoni e poco tempo prima della morte, aveva registrato un'intervista in cui invitava la gente a smettere di fumare. Trasmesso con molto scalpore dopo la scomparsa dell'attore, il video divenne un'impattante campagna mediatica contro il fumo.
Le origini di Yul Brynner sono ancore oggi avvolte nel mistero, le fonti ufficiali lo dicono essere nato l'11 luglio 1920 a Vladivostok, città che gli ha anche dedicato un monumento mentre veste i panni de Re del Siam, il ruolo che lo rese celebre.
Dopo un breve soggiorno in Cina, Brynner arriva a Parigi tredicenne e svolge diversi lavori tra cui quello di circense e di suonatore di chitarra.
Nel 1940 si trasferisce a New York per studiare arte drammatica e si mantiene traducendo in francese i messaggi che l'esercito americano invia alla Resistenza Francese.
Il debutto sulle scene teatrali avviene del 1946 mentre al cinema debutta nel 1949 nella parte del cattivo nel poliziesco Il porto di New York di Laslo Benedek, futuro regista de Il Selvaggio con Marlon Brando.
Il successo arride a Brynner sul palcoscenico di Broadway quando nel 1951 interpreta Il Re ed Io, facendogli vincere il Tony Award. Nel 1956 viene realizzata una versione cinematografica (la seconda per l'esattezza) del musica e Yul Brynner vincerà anche l'oscar per il ruolo del re Mongkut: non sono nemmeno dieci gli artisti che hanno vinto sia il Tony che l'Oscar per lo stesso ruolo, filmico e teatrale.
Sempre nel 1956 esce l'altro film che consacra l'attore: nel Kolossal di Cecil B. De Mille, I dieci Comandamenti, veste i panni del faraone Ramesse II: la sua interpretazione è memorabile tanto quanto, se non più di quella di Charlton Heston che interpreta Mosè.
Il terzo film girato nel 1956 ha anch'esso una sua rilevanza storica: Yul Brynner è il Generale Sergei Pavlovich Bounine che cura la trasformazione della girovaga smemorata nella principessa Anastasia Romanoff. Anastasia è il primo lavoro americano di Ingrid Bergman dopo la scandalosa fuga in Italia per Roberto Rossellini e l'attrice riesce a riconquistare il suo pubblico vincendo anche un'Oscar.
Nel 1958 Brynner è Dimitrij Karamazov, il presunto assassino del padre in Karamazov la versione del romanzo di Dostoevskij girata da Ricahrd Brooks.
L'anno seguente è ancora protagonista di un kolossal: per King Vidor interpreta il re saggio Salomone e la regina di Saba, interpretata dalla nostra Lollobrigida.
Sempre nello stesso anno è protagonista del dramma diretto da Martin Ritt e ambientato negli Stati del Sud, L'urlo e la furia tratto dal romanzo di Faulkner L'urlo e il furore. Vidi il film diversi anni fa e ricordo di essere rimasta sconcertata nel vedere l'attore capelluto, un tratto distintivo di Yul Brynner infatti era il cranio rasato, esigenza scenica per interpretare il Re del Siam che divenne una connotazione così smaccata che solo di recente sta scomparendo la definizione look (testa/capelli ecc.) alla Yul Brynner per i calvi/rasati.
Nel 1960 un altro film entrato nella storia del cinema: I magnifici sette diretto da John Sturges e ispirato a I sette samurai di Akira Kurosawa. Il cast era eccezionale, oltre a Yul Brynner recitavano Steve McQueen, Charles Bronson, James Coburn, Eli Wallach e Horst Buchholz. La colonna sonora del film è passata alla storia e la pellicola ebbe tre sequel. Brynner fu l'unico del cast originale a partecipare al primo seguito, Il ritorno dei magnifici sette.
La carriera di Yul Brynner prosegue con pellicole che lo vedono sempre legato agli stessi ruolo, o western, o film di guerra o di avventura (Taras il magnifico) o comunque ruoli basati sulla spiccata personalità autoritaria di Brinner. La carriera sembra volgere prematuramente al declino e nel 1972 l'attore torna a rifugiarsi nel suo più grande successo girando la versione tv del musical che gli diede la fama, Anna ed io. Ma per Yul Brynner c'è in serbo ancora un altro capolavoro: è il 1973 quando partecipa all'esordio alla regia di Michael Crichton, Il Mondo dei Robot racconta di un parco divertimenti per adulti dove gli automi si ribellano, Brynner veste i panni di un replicante pistolero, facendo il verso al suo Chris Adams de I magnifici sette.
Nel 1976 l'attore partecipa anche al sequel, Futureworld - 2000 anni nel futuro diretto da Richard T. Heffron (regista di V - Visitors del 1984) .
L'ultimo film interpretato dall'attore fu una produzione italiana diretta da Antonio Margheriti che si firmava Anthony M.Dawson: Con la rabbia agli occhi del 1976 accanto a Massimo Ranieri e Barbara Bouchet.
Poco nota forse è la grande passione di Yul Brynner per la fotografia, e particolare interesse cinefilo rivestono i suoi lavori scattati sui set cinematografici.
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