Il giovane programmatore Caleb vince un premio aziendale e va a passare una settimana con il capo, Nathan Batemam, genio del computer che ha fondato BlueBook, il più importante motore di ricerca del mondo. Il ragazzo si ritrova in mezzo al nulla in una villa-bunker ma lo stage si rivela essere qualcosa in più: il giovane programmatore è stato scelto per testare l'intelligenza artificiale a cui Nathan sta segretamente lavorando: Ava. L'androide si rivela estremamente consapevole di sé e del mondo e avverte Caleb di non fidarsi di Nathan, intanto nel corso delle sessioni di test Ava e Caleb cominciano a nutrire un'attrazione reciproca..
Ex Machina fino a un decennio fa sarebbe stato un noir di inganni manipolato da una seducente dark lady, la novità oggi sta nel fatto che l'elemento femminile è incarnato da un'Intelligenza Artificiale, elemento per la verità neppure originalissimo visto che anche in Lei (Her) avevamo un sistema operativo declinato al femminile in grado di evolversi mentalmente e sentimentalmente.
Il film resta un buon esempio di fantascienza filosofica con rimandi a capisaldi della sci-fi come Blade Runner e direi anche Alien3 La Clonazione per la scoperta dei precedenti falliti.
Con una storia, ripeto piacevole ma con un forte senso di déjà vu, mi sono concentrata sugli elementi che mi hanno infastidito fin dall'inizio.
Tornando al paragone con Lei, sembra farsi strada l'idea che i robot non soggetti alle leggi di Asimov siano tutte femmine, qui poi si scrive Ava e si pronuncia Eva quindi il rimando alla trasgressione delle leggi divine è insito nel nome, anche se la Prima Androide non verrà cacciata dall'Eden ma sarai lei a scegliere di andarsene.
Peggiori sono le identificazioni razziali: per far capire subito allo spettatore che Nathan è un tipo losco e creare una tensione che andrà in crescendo si pensa bene di puntare tutto sull'aspetto fisico: scuro, con capo rasato e il barbone, più che un hipster, il grande capo della BluBook ricorda un terrorista arabo, in contrapposizione con l'aspetto angelico, biondo e occhio azzurro del figlio di Brendan Gleeson.
Anche per i modelli che portano alla creazione di Ava non manca l'identificazione razziale, l'unica ancora attiva è Kyoko, ridotta a una schiava sessuale, ruolo che si identifica piuttosto bene con la donna asiatica mentre la furba Ava non è bellissima come i modelli che l'hanno preceduta ma è di pura razza caucasica, quasi che l'emancipazione fosse una connotazione razziale della donna occidentale.
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