Anna, undicenne malata d'asma e con una grave depressione dovuta al fatto di credersi poco amata perché adottata, viene mandata in vacanza in campagna da lontani parenti. Appena arrivata la ragazzina subisce il fascino di una villa abbandonata e qui conosce Marnie, una misteriosa ragazzina..
In sala per soli tre giorni, per attirare pubblico con il sapore dell'evento, Quando c'era Marnie potrebbe essere l'ultimo film prodotto dallo Studio Ghibli, le cui sorti sono attualmente poco chiare, tra voci di pause di riflessione, abbandoni e annunciato ritorno di Myazaki.
Speriamo non si tratti della chiusura definitiva perché Hiromasa Yonebayashi in questa pellicola dimostra, come in Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento, di aver appreso appieno la lezione dello Studio Ghibli: il tratto pulito ma sempre più raffinato (alcune scene degli uccelli sull'acquitrino hanno tutta la grazia delle antiche carte da parati dette chinoiserie) e soprattutto l'elemento magico salvifico per vite ordinarie sull'orlo del baratro.
Quando c'era Marnie si ispira a un racconto della narratrice inglese Joan Gale Robinson e sa creare un'atmosfera sospesa da perfetta ghost story: Marnie è solo un'amica immaginaria della solitaria Anna? Un fantasma prigioniero nella casa abbandonata? Il fiale è più originale di quanto ci si possa aspettare. Un'avventura intrigante per lo spettatore con reminiscenze hitchcockiane già presenti nel nome della protagonista e con richiami a La donna che visse due volte nelle scene ambientate nell'inquietante silos.
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