The Flame of New Orleans
Usa 1941 Universal
con Marlene Dietrich, Bruce Cabot, Roland Young, Mischa Auer
regia di René Clair
1840: l'avventuriera Claire Ledeux arriva a New Orleans spacciandosi per una contessa e riesce a conquistare un ricco banchiere. Per il denaro rinuncia all'amore per un aitante ma spiantato marinaio. Quando un personaggio del suo passato rischia di mandare a monte il matrimonio, la donna attribuisce i disdicevoli trascorsi a una cugina fittizia, Lili, facendo anche in modo che il promesso sposo la incroci. La vede anche il marinaio che finisce per capire il doppio gioco della donna che, nelle vesti di Lili, gli ha rivelato i suoi veri sentimenti.
Il primo film americano di René Clair parte come il flash back di una leggenda, quello della contessa che si suicidò il giorno del matrimonio, nata vedendo un abito da sposa che galleggia sulle acque del Mississippi, lo sviluppo sarà completamente diverso da quel che promette la leggenda: una pochade comica e ben poco romantica che ha per protagonista una donna senza scrupoli e il continuo gioco sul doppio, di ruoli e di sentimenti è già anticipato dal cognome della presunta contessa.
Il film è piacevole senza essere particolarmente rimarchevole: il bel mondo del Sud sembra quasi parodiare Via col vento con zie sorde e zitelle inacidite; tra i momenti più riusciti merita di essere citata la sequenza in cui si svela l'equivoco passato di Claire, raccontanto mentre la donna sta cantando e nonostante il brano sia molto romantico assistiamo dal suo punto di vista al dilagare dell'informazione che arriva ben presto alle orecchie del futuro sposo, il tutto si svolge come una comica e la scabrosità di quanto comunicato è espresso solo dai volti sbalorditi o maliziosi dei diversi personaggi.
C'è un evidente sbilanciamento nel cast, Marlene è circondata di attori di fama molto inferiore, e se Roland Young è esilarante nelle vesti del banchiere Giraud, il marinaio Robert La Tour, interpretato da Bruce Cabot, ricorda troppo Clark Gable, sia nella recitazione che nel look, per essere un degno coprotagonista di Marlene.
La Dietrich si trova per la prima volta alle prese con un ruolo di pura commedia e se la cava più che discretamente velando d'ironia le mossette ammaliatrici del suo personaggio mentre porta con la consueta classe i costumi fantasiosi e improbabili della pellicola.
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