Ultimi giorni per visitare la mostra genovese che approfondisce la corrente iniziale dell'Espressionismo tedesco, il gruppo Die Brücke (il Ponte) fondato a Dresda nel 1905 da Kirchner e Fritz Bleyl. Le opere provengono tutte dal museo Die Brücke di Berlino e riguardano gli esponenti che nel corso di meno di un decennio hanno orbitato attorno al movimento sciolto improvvisamente dallo stesso Kirchner nel 1913.
Si possono riconoscere due fasi evolutive nell'esperienza di Die Brücke, una iniziale più legata alla pittura en plein air fatta di colori vivaci influenzata fortemente dalla pittura di Van Gogh e gli altri postimpressionisti (l'influenza pointilliste su Bleyl) e una seconda, che rispecchia le atmosfere più cupe della metropoli berlinese; in questa evoluzione si può leggere la parabola di quel decennio della Germania guglielmina, dalla potenza economica d'inizio secolo alla nazione che nel giro di un anno sarebbe entrata spavaldamente nel primo conflitto mondiale per uscirne ridimensionata ed impoverita.
L'esposizione dedica almeno una sala ai sei protagonisti principali del movimento pittorico, approfondendo il loro percorso artistico e accennando anche alle esperienze successive, spesso molto risicate a causa degli effetti psicologici della Grande Guerra e l'umiliazione di essere schedati nell'”Arte degenerata” ripudiata (e distrutta) dal Terzo Reich. L'unico ad avere ancora una carriera proficua dopo la Prima Guerra Mondiale sarà Emil Nolde.
Oltre Kirchner di cui spicca la celeberrima Marcella, la mia attenzione è stata colpita dalle opere di Max Pechstein, l'unico del gruppo ad avere una formazione prettamente pittorica, in particolare ho apprezzato Il cimitero Eliasfriedhof a Dresda (1906) e Peschereccio del 1913.
Di Erich Heckel si apprezza soprattutto l'uso del colore che l'artista userà anche nella grafica. Da segnalare sono Il giovane uomo e ragazza del 1909, La ragazza che suona il liuto del 1913 e Mare del nord del 1916.
Il Nolde di Die Brücke non è quello dei famosi fiori ma passa dai colori vivaci di Villeggianti (1911) al primitivismo angoloso e cupo di Figure esotiche del 1912. Conclude la mostra un omaggio al cinema Espressionista tedesco, diretta figliazione degli omonimi movimenti pittorici, si possono vedere spezzoni di Die Puppe (La bambola di carne) di Ernst Lubitsch, Metropolis e M - Il mostro di Düsseldorf di Fritz Lang e Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene.
Dal 5 marzo al 12 luglio 2015
Palazzo Ducale
Genova
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