titolo internazionale Scorpion with Two Tails
titolo alternativo Il mistero degli Etruschi
Italia 1982 Medusa
con Elvire Audray, Paolo Malco, Claudio Cassinelli, John Saxon, Van Johnson, Marilù Tolo, Wandisa Guida, Gianfranco Barra, Carlo Monni, Jacques Stany, Anita Sagnotti Laurenzi, Maurizio Mattioli, Franco Garofalo
regia di Sergio Martino (con lo pseudonimo di Christian Plummer)
Joan, moglie dell'etruscologo Arthur Barnard, in trasferta in Italia per lavoro, inizia a fare angosciosi incubi riguardanti riti etruschi, mentre ne parla con il marito questi viene ucciso. Nonostante il parere contrario del ricco padre, Joan, insieme al ricercatore Mike Grant, viene in Italia per capire cosa è successo ad Arthur: scoprirà che i reperti etruschi spediti alla fondazione paterna coprivano un traffico di droga ma anche di essere la reincarnazione di Cere, l'unica lucomone donna.
A una decina d'anni da L'etrusco uccide ancora, l'intrigante e misterioso mondo etrusco torna a far da sfondo a un thriller dalle venature soprannaturali, il film purtroppo non è buono ma questo è dovuto al fatto che nasce come una produzione televisiva di circa 180 anni minuti (Lo scorpione a due code) poi ridotta alla metà e passata sul circuito cinematografico. Si perdono quindi molti dei nodi salienti e la pellicola conclude separatamente le varie sottotrame: quando tutti gli implicati nel traffico di droga si trovano nella grotta e Joan scatena le forze telluriche pensavo fosse la fine del film, evidentemente era la fine del primo episodio televisivo e, conclusa la vicenda del traffico di droga, riprende la ricerca dell'assassino dopo l'intervento chirurgico che salva Joan, nel frattempo si scopre che la donna è uguale all'antico affresco che decora la tomba appena scoperta e i poteri medianici di Joan si affinano.
Nel finale arrivano inopinati colpi di scena: Mike è un infiltrato dell'FBI sulle tracce dei trafficanti di droga e poi su quelle del killer e per giustificare la reincarnazione di Joan salta fuori anche l'antimateria, elementi che non trovano giustificazioni nel plot del film e che forse trovavano un senso nelle parti tagliate dello sceneggiato televisivo.
La produzione è comunque importante e curata: troviamo addirittura Van Johnson nella parte del padre di Joan, il riccone colluso con il traffico di droga una spanna sopra agli altri per la recitazione; gli esterni nella campagna della Tuscia sono davvero incantevoli, e la musica di Fabrizio Frizzi, anche se sullo stile dei Goblin, è d'effetto.
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