Chiuderà il 13 luglio prossimo la mostra torinese sui Preraffaeliti, settanta tele della Tate di Londra che aveva curato questo allestimento nel 2012 con il titolo di Pre-Raphaelites: Victorian avant-garde.
L'esposizione sottolinea come, la confraternita dei Preraffaelliti sia la prima avanguardia dell'arte moderna, proprio per il suo essere il primo movimento citazionista della storia dell'arte rifacendosi, come dice il nome scelto al tardo medioevo e al primo rinascimento italiano fermandosi, appunto, prima di Raffaello.
La mostra descrive l'evoluzione dello stile preraffaellita che coinvolse due generazioni di artisti sempre raccolti attorno alla figura di Gabriel Dante Rossetti, pittore e poeta di origine italiane, grande appassionato di Dante Alighieri.
Se è noto che i soggetti preferiti dai Preraffaelliti sono quelli a carattere mediovale, legati a leggende e poemi, come la ceberrima Ophelia di John Everett Millais, che campeggia sul manifesto, lo è meno che gli esordi del movimento nascono dall'urgenza di un rinnovamento sociale e i soggetti dei quadri hanno una valenza moralista come ne Il risveglio di coscienza di William Holman Hunt che vede una mantenuta in braccio all'amante perdersi nell'estasi del ricordo della perduta innocenza, o il più malinconico Ricordi del Passato di John Roddam Spencer Stanhope che descrive nella povertà e nella simbologia degli arredi tutta la tristezza della vita di una prostituta colta mentre si pettina i capelli accanto a una finestra e ancora l'amara istantanea di una famiglia che ha perso tutte le ricchezze per il vizio del gioco del marito ne L'ultimo giorno nella vecchia casa di Robert Braithwaite Martineau. Altro tema importante è la religione, anche in seguito all'accresciuto interesse che in quegli anni portarono in Inghilterra opere di pittura religiosa di scuola fiamminga ed italiana, genere scomparso in Gran Bretagna con la Riforma protestante del XVI secolo: Millais si diletta con Cristo in casa dei suoi genitori (di cui è presente anche lo studio) e di Rossetti sono presenti altre tre opere oltre la celeberrima Ecce Ancilla Domini!.
Ispirati dal pensiero di Ruskin, i preraffaelliti elaborano uno stile personalissimo di rappresentare il paesaggio sia da un punto di vista prospettico che per l'attenzione per le scoperte scientifiche. Il quadro più rappresentativo del paesaggismo preraffaellita è di un artista che non appartiene propriamente alla confraternita ma che ne assimila perfettamente i principi: William Dyce che nella dimensione sospesa di Baia di Pegwell Kent, Ricordo del 5 ottobre 1858, raccoglie una meditazione sul tempo: la cometa di di Donati che solca il cielo, indica il tempo astronomico, mentre l'attenzione per le rocce delle scogliere e le conchiglie raccontano le ere geologiche e le diverse età dei soggetti raffigurati rappresentano le età dell'Uomo.
A partire dagli anni'60 il gusto preraffaellita si fa puramente estetico soprattutto Rossetti si lascia influenzare dallo stile di Tiziano e inizia a dipingere le sue opere più celebri, mezzi busti di donne sensuali e riccamente ornate come Monna Vanna o Monna Pomona.
In mostra sono presenti anche due opere di Elizabeth Siddall, musa del movimento: fu la modella dell'Ophelia di Millais e la moglie (ma solo in punto di morte) di Gabriel Rossetti.
L'ultima sezione della mostra indaga il simbolismo che attraverso uno degli ultimi esponenti preraffaelliti, Edward Burne-Jones, diventerà un nuovo movimento artistico; delle influenze che i preraffaelliti hanno ancora oggi su molte forme d'arte, soprattutto su cinema e musice, racconta il critico Luca Beatrice in un interessante video.
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