Destry Rides Again
Universal Picture 1939
con Marlene Dietrich, James Stewart, Mischa Auer
regia di George Marshall
Bottleneck è un paesino del West dominato dal biscazziere Kent che con l'aiuto della bella sciantosa Frenchy imbroglia i giocatori del saloon. Quando lo sceriffo viene a chiedere ragione dell'ultima truffa, Kent l'uccide e fa eleggere tutore della legge l'ubriacone del paese. L'uomo, però, memore del passato come vice accanto al glorioso sceriffo Destry, prende molto sul serio il suo compito: smette di bere e designa come vice il figlio di Destry, Tom. Apparentemente tutte le aspettative vengono deluse dall'arrivo in città del flemmatico giovanotto che non vuole usare le armi ma la forza della persuasione...
Un western giocato sui toni della commedia -anche se ha un sottofinale tragico- che non spicca per originalità della trama, che pure ebbe molti remake, ma per l'eccezionalità dei due protagonisti: il flemmatico Tom Destry è James Stewart che incarna da par suo l'uomo posato, apparentemente debole ma che al momento opportuno sa farsi valere (e ovviamente anche ricorrere alle armi, da buon americano).
La sciantosa crudele ma che poi rivela un cuore d'oro è nientemeno che Marlene Dietrich al primo western della carriera, come del resto Jimmy Stewart che in seguito girerà ottimi western.
Quello che mi colpisce sempre di Marlene è il tentativo di sporcare la sua bellezza inumana da parte dei registi venuti dopo Josef von Sternberg (in realtà penso a Wilder e ai personaggi che le fa interpretare in Scandalo internazionale e Testimone d'accusa) e George Marshall non è da meno: Frenchy è volgare nelle mossette e nei vestiti improponibili, protagonista di una rissa tra donne sedata da una secchiata di risciaquatura di pavimento e l'attrice si presta con grande professionalità a cantare come un comico di vaudeville pizzicandosi la gola, conscia che la sua classe e bellezza non ne verranno scalfite.
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