Il Forte di Bard continua l'indagine su collezioni d'arte di rillievo ma poco note, dopo quella privata del Principe del Liechtenstein, è ora la volta della collezione del monastero di Montserrat, località di culto simbolo della Catalogna.
Anche se la struttura monastica risale all'XI secolo, le opere collezionate partono dal Rinascimento per arrivare all'arte contemporanea, questo per supplire al saccheggio e alla distruzione subiti durante le guerre napoleoniche.
L'esposizione si compone di otto sezioni che illustrano i vari periodi storici a partire dai pochi reperti medievali sopravvissuti alle peripezie del convento, tra essi spicca una scultura romanica molto erosa di una Madonna in trono con Bambino della seconda metà del XII secolo.
Il nucleo più importante della mostra è rappresentato dalla sezione Dal Rinascimento al Neoclassico che vanta l'opera simbolo dell'esposizione, cioè il San Girolamo Penitente del Caravaggio dove l'abilità dell'uso della luce e del colore del genio secentesco risalta particolarmente nel confronto con l'opera adiacente del seguace Andrea Vaccaro, Orazione di Cristo nell'Orto che non riesce ad eguagliare i chiaroscuri e i colori smaglianti del maestro, tra le altre opere esposte io sono rimasta particolarmente colpita dalla Madonna col Bambino del Solimena per la gentilezza dei tratti della Vergine e i boccoli alla Shirley Temple del pasciuto Bambinello.
Alla sezione Realismo e Naturalismo che presenta tutti autori spagnoli segue quella molto succosa dedicata agli Impressionisti Francesi con due Monet (Le Givre Temps Gris e la Falaise et Port d'Aval par gros temps) La dama dell'ombrellino di Sargent più opere di Sisley, Pissarro e Degas.
Il Modernismo catalano ha la sua punta di diamante in quattro tele di Ramon Casas: Madeleine, Prima del bagno, Dopo il Ballo e Parigina, più altri disegni del più parigino dei pittori catalani. Molto interessante anche il Cafè des Incohérentes di Rusinol che offre uno spaccato perfetto della vita bohemien della Parigi di fine secolo: nel locale perfettamente ricostruito i personaggi sono artisti o critici (Casas è l'avventore in primo piano).
Nella sezione del Postmodernismo catalano si trova l'opera di cui mi sono innamorata, La Cala incantata di Joaquin Mir a cui nessuna riproduzione fotografica rende giustizia rispetto alla visione dal vero.
Dal Novecentismo Catalano alle avanguardie internazionali espone altri nomi di richiamo tre opere di Picasso appena quindicenne (il Vecchio Pescatore, il Chierichetto e El Picador) più due della maturità.
Trai tre lavori di Dalì si segnala soprattutto Il ritratto del padre dell'artista.
In questa ampia sezione sono stata colpita dalla modernità di Un bicchiere di latte e un limone di Feliu Elias opera minimalista che pare ben più recente del 1912, anno in cui è stata eseguita.
Trai contemporanei colpisce la scultura di rimenescnze cubiste di Josep Maria Subirach Madonna del Monserrat che destruttura la Moretena, la Madonna Nera venerata nel santuario.
L'esposizione si conclude con una sezione di opere grafiche di grandi maestri, alcune dedicate proprio al Montserrat, altre acquisite.
Un interessante documentario di una quarantina di minuti illustra la storia e le attività del Monastero la cui oofferta culturale e naturalistica la designa come una meta a sé e non come un'appendice alla visita di Barcellona (a meno che non dedichiate due settimane al capoluogo catalano!)
Estremamente valido anche il catalogo che di ogni opera sa raccontare le vicissitudini salienti, che siano legati all'attribuzione o alla genesi dell'opera.
La mostra chiuderà lunedì 2 giugno e in occasione dell'ultimo giorno di apertura domenica primo giugno l'esposizione chiuderà eccezionalmente a mezzanotte: chi può non perda l'evento.
N.B. tutte le opere citate sono visibili sulla board di Pinteres
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