Roberto, scrittore di favole assurde e cleptomane, s'innamora di una paziente incontrata dalla terapeuta, Beatrice, narcolettica con perdita della memoria a breve termine. Dopo mille difficoltà l'amore decolla e i due hanno anche un figlio, Ruben, ma un giorno Beatrice ha un forte shock e sparisce, dimentica di tutta la sua vita famigliare...
Nel cinema italiano contemporaneo c'è una grande produzione di commedie, quelle che spiccano per originalità sembrano puntare molto sulla fotografia: se Smetto quando voglio sottolineava l'attualità della vicenda con colori da filtro instagram, Ti ricordi di me? sfrutta la meravigliosa luce romana per giocare con i colori squillanti delle favole di Wes Anderson o quelle francesi alla Amélie uscendo una volta tanto dal solito effetto cartolina che affligge la nostra produzione cinematografica e televisiva. Una piacevole sorpresa che fa dimenticare la prevedibilità della trama.
Anche Edoardo Leo, che vive il suo anno di grazia, sembra già cristallizzato nel ruolo dello sfigato che alla fine ce la fa, molto meglio il suo comprimario Paolo Calabresi, nei panni di un poliziotto dell'ufficio passaporti che sogna di diventare un poliziotto d'azione e trascina stancamente la sua relazione sentimentale fino a quando la ragazza lo lascia e lui capisce che era la donna della sua vita.
Acida e agrodolce come le fiabe scritte dal protagonista, la pellicola analizza con studiata leggerezza la difficoltà del rapporto sentimentale, la necessità di reinventarsi quotidianamente sottolineata dal confronto tra le due coppie, una che deve combattere il disagio psichico, l'altra che deve vincere la più insidiosa noia da routine quotidiana.
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