con Daria Nicolodi, Marc Porel, Fausto Di Bella, Mario Maranzana, Adriana Innocenti
regia di Mario e Lamberto Bava
Lo studioso di antichità parigino Matthieu viene invitato a Ille da un piccolo possidente terriero, patito di antichità che ha trovato una Venere di bronzo nei sui terreni. Mentre la statua viene recuperata un contadino resta zoppo e la statua da subito si vela di fama malevola. Mentre Matthieu è ospite de De Peyrehorade si celebra il matrimonio del figlio Alfonso, il giovane rozzo e vigoroso non resiste dal partecipare a una partita di pallacorda prima delle nozze e appoggia sbadatamente gli abiti sulla statua infilandole al dito l'anello nuziale. La notte delle nozze la Venere verrà a riscuotere il suo diritto d'amore...
Secondo capitolo della serie tv I giochi del diavolo che si ispirava a classici del soprannaturale in questo caso all'omonimo racconto di Prosper Mérimée; il film di 60 minuti è l'ultima pellicola diretta da Mario Bava con l'assistenza del figlio Lamberto tanto che nei titoli di testa figurano entrambi coregisti.
Il film è un crescendo di atmosfere “sospese tra il sovrannaturale e la psicopatologia” come dice Il Mereghetti dove tutto punterebbe a una sovrapposizione della figura della Venere e dell'ambigua Clara, la ricca promessa sposa di Alfonso che da subito attira l'attenzione del parigino: tanto lo sposo è rozzo e carnale, tanto la fidanzata sembra sensibile e raffinata.
Se tre quarti del film sono composti da una narrazione che procede senza scosse, nel finale riemerge tutto lo spirito gotico del vecchio maestro: la musica si fa inquietante, una soggettiva dall'esterno alla camera degli sposi scandita da colpi metallici fa intuire l'ingresso in casa della statua che scaccia Clara dal letto per aspettare il ritorno di Alfonso e consumare una letale notte di nozze che non vediamo ma il cui orrore percepiamo dai primo piano terrorizzato di Clara sottoposto a giochi di luci psichedelici.
Commenti