Nel luglio 2014, per combattere il riscaldamento globale divenuto insostenibile, s'immette nell'atmosfera un gas che dovrebbe riportare il clima a valori accettabili e invece causa una terribile glaciazione. Sopravvivono solo i passeggeri del treno di Wilford, un magnate visionario che ha creato una rete ferroviara che collega tutti i continenti nel giro di un anno: il suo treno soprannominato "arca sferragliante", non si ferma mai e l'ordine sociale interno, regolato dalle tre classi di biglietto, è inflessibile e terribile. Dopo 17 anni, nel 2031, una rivolta dei viaggiatori di terza classe riesce a cambiare le cose..
La grande attesa per il più costoso film coreano della storia, diretto da un regista di culto come Bong Joon-ho che si è ispirato a un fumetto francese, si è sgonfiata velocemente: il cinema asiatico pare aver perso l'appeal del decennio scorso e nonostante gli altisonanti paragoni con i capolavori della fantascienza da Blade Runner a Matrix, il pubblico non si è lasciato attrarre dalla pellicola che oggettivamente è molto distante dai film a cui è stata accostata anche solo per mancanza di potere immaginifico: difficile pensare che un'umanità stracciona stipata nei vagoni da carro bestiame di terza classe riesca a penetrare l'immaginario collettivo.
Anche il terribile Wilford, rinchiuso nel sancta sanctorum della locomotiva, che il capo rivolta Curtis riesce infine ad espugnare, incarna il modo con cui oggettivamente la nostra società mantiene una parvenza di equilibrio, sfruttando i poveri e i bambini: difficile gradire che ci sbattano in faccia verità che ci sforziamo di ignorare.
Ciò non toglie che Snow Piercer abbia il fascino delle grandi opere visionare che recano già in nuce il germe del fallimento (che dire della novella Eva col suo Adamo toy boy, visto che ha 12 anni meno di lei?) .
Punto di forza del film è il grande cast internazionale: Chris Evans nei panni di Curtis è molto più incisivo che nel ruolo dell'ingenuo Captain America, Ed Harris è come sempre superlativo e Tilda Swilton è quasi irriconoscibile nel trucco ma perfetta nel ruolo molto fumettistico della viscida Primo Ministro Mason.
Tilda è bravissima, come quasi sempre, in questo film. La odi proprio perchè trasmette la meschinità che essa porta dentro. Il film alla fine mi è piaciuto, nemmeno io trovo poi molto calzanti gli accostamenti con Matrix e compagnia.
Scritto da: Tiziano | 14 marzo 2014 a 13:40