In Texas, un avvocato di successo decide di tentare il colpo della vita investendo 20 milioni di dollari nel traffico di cocaina. Ma la merce viene rubata e a lui e ai suoi soci non resta che tentare di salvarsi dalla vendetta del cartello..
Cormac McCarthy scrive per la prima volta una sceneggiatura originale per il cinema incentrata sul tema dell’avidità: per anni l’avvocato ha resistito alle proposte dei suoi loschi soci in affari, ora che è follemente innamorato si sente onnipotente e in grado di affrontare la situazione anche se i suoi “amici” cercano di metterlo sull’avviso che quella che sta imboccando è una strada senza ritorno descrivendogli per filo e per segno quanto effettivamente accadrà loro. Tutta la prima parte del film è ammonitoria e forse il ritmo lento e la difficoltà di capire la natura dei personaggi (l’ambiguità regna sovrana) sono la spiegazione delle critiche poco lusinghiere ottenute dalla pellicola.
La violenza arriva a sprazzi, improvvisa e inattesa e Ridley Scott dimostra di saper manipolare molto bene questo aspetto della vicenda.
Lo scambio di droga al confine con il Messico non è un tema nuovo per i series addicted e infatti ritroviamo atmosfere e paesaggi di una serie quest’estate aveva favorevolmente colpito il pubblico italiano, The Bridge.
Ancora una volta a a sorprendere sono gli incroci metacinematografici dei film di Scott: se nel finale della prima versione di Blade Runner Deckard e Rachael fuggivano ignari sulle strade che portavano all’Overlook Hotel visto che il viaggio in auto era stato realizzato con riprese di scarto di Shining, questa volta è ovvio che il destino del procuratore sia terribile dato che si trova implicato suo malgrado nella morte del figlio di Rosie Perez, la crudele Perdita Durango che nel '97 scorrazzava negli stessi luoghi in compagnia del santero Romeo Dolorosa, Javier Bardem che ritroviamo anche in The counselor nel ruolo di Reiner (e bisognerà prima o poi trovare il coraggio di approfondire il tema delle acconciature dell’attore).
Da buon cultore degli anni ’40 e dei noir, Ridley Scott regala a Cameron Diaz un magnifico ruolo da dark lady con una serie di costumi eccezionali che richiamano proprio quell'epoca; il tatuaggio maculato, le unghie metallizzate come artigli e la presenza dei due ghepardi mi fanno pensare a un omaggio a Cat People: quanto può diventare pericolosa una donna che non abbia più timori verso il sesso e lo usi senza scrupoli!
Magnifico, o si ama o la si odia, questa ultima pellicola di Scott, io ovviamente sono dell'idea che nel tempo diventerà un cult incredibile
Scritto da: Tiziano | 10 febbraio 2014 a 21:09
e siamo in due :)
Scritto da: ava | 12 febbraio 2014 a 17:32