Russia 2007
con Tadanobu Asano, Khulan Chuluun
regia di Sergej Vladimirovič Bodrov
L'avventurosa prima parte della vita di Temüjin, figlio del capo clan (khan) di una tribù mongola del XII secolo: tra periodi di schiavitù e rapimenti dell'amata Börte, riuscirà a unificare l'intera Mongolia diventando Gengis Khan.
Film molto interessante per la ricostruzione della vita dei nomadi tagiki, con paesaggi mozzafiato che da soli valgono la visione dello spettacolo.
Mongol non ha ambizioni di ricostruzione storica, attinge direttamente alla mitologia sorta intorno alla figura carismatica di Gengis Khan, condendolo con epiche scene di battaglia ma soprattutto con la romantica storia d’amore con Börte, moglie scelta a nove anni e amata per sempre; dalla pellicola emerge la figura di un leader generoso e saggio, ben diverso dallo stereotipo sanguinario dell’immaginario occidentale.
Mi e’ parso di scorgere tra le intenzioni della pellicola proprio un messaggio di comunione culturale tra Europa e Asia: il film si apre sul volto di Temudjin che emerge dal buio e la pelle butterata, gli occhi socchiusi mi hanno ricordato la maschera funebre degli Atridi, e la prima guerra che Temudjin scatena contro la tribu’ che gli ha rapito la moglie, in fondo ha le stesse motivazioni della guerra di Troia. D’altro canto, le avventure di Börte che non esita a concedersi a diversi amanti pur di ricongiungersi con l’amato Temudjin, ne fanno una sorta di Angelica della steppa.
Si vocifera che questo sia il primo capitolo di una trilogia che dovrebbe ripercorrere l’intera vita di Gengis Khan, io aspetto fiduciosa.
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