The big clock
USA 1948 Paramount
con Charles Laughton, Ray Milland, Maureen O'Sullivan, Rita Johnson, Elsa Lanchester
regia di John Farrow
Il direttore di un giornale di cronaca nera, George Stroud viene licenziato in tronco dal dispotico editore Earl Jannoth perché rifiuta di saltare le ferie per l'ennesima volta e seguire un caso di cronaca che aumenterà la tiratura della rivista. Stroud trascorre ingenuamente la serata con l'amante del capo a sparlare di lui. Nella notte in un impeto d'ira Jannoth uccide la donna e chiama proprio Stroud per far ricercare l'uomo con cui l'amante aveva trascorso la serata al fine d'incolparlo dell'omicidio..
Come sostiene Joe Dante il meccanismo thriller de Il tempo si è fermato è pressoché perfetto: partendo da lontano, e con toni quasi da commedia, il cerchio pian piano si stringe attorno al protagonista che si vede costretto a fingere di ricercare un uomo mentre in realtà ne cancella le tracce per salvaguardarsi e indagare sulla vera identità dell'assassino.
Il titolo originale The big clock allude al grande orologio universale che caratterizza il palazzo delle edizioni Jannoth, simbolo della grandezza e della mania di controllo del dispotico magnate della carta stampata interpretato da un cattivissimo Charles Laughton (forse più che nel ruolo di Bligh ne La tragedia del Bounty) con un paio di baffi che mi hanno ricordato molto quelli di Kane in Quarto Potere. Nel film recita anche Elsa Lanchester, moglie di Laughton, deliziosa nel ruolo della svampita pittrice che a modo suo protegge Stroud, uno dei suoi pochi collezionisti.
L'edificio ha un ruolo fondamentale nella vicenda trasformandosi da familiare luogo di lavoro a trappola senza più vie di fuga quando il protagonista viene scoperto. Grandi profondità di campo e riprese dei soffitti richiamano ancora lo stile wellesiano di Quarto Potere. Gli ambienti ultra moderni vasti e luminosi dell'inizio si trasformano in luoghi cupi con ombre espressioniste tipiche del noir quando la caccia all'uomo si fa serrata fino al tragico epilogo.
Dirige il film John Farrow, padre della più celebre Mia mentre la madre Maureen O'Sullivan, interpreta il ruolo della moglie di Stroud.
La copia che passa in tv ha ancora il doppiaggio originale con i nomi italianizzati dei protagonisti e tra i doppiatori dei personaggi secondari si possono distinguere chiaramente le voci di Alberto Sordi e Paolo Stoppa.
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