USA 1954 Warner Bros
con Ray Milland, Grace Kelly, Robert Cummings
regia di Alfred Hitchcock
titolo italiano Il delitto perfetto
Londra: scoperto il tradimento della moglie, l’ereditiera americana Margot Wendice, con lo scrittore di gialli Mark Halliday, Tom Wendice, spiantato tennista, fa in modo di interrompere la relazione abbandonando lo sport per dedicarsi alla moglie. In realtà l'uomo sta macchinando il delitto perfetto per ereditare tutti i beni della consorte e coinvolge con il ricatto un vecchio compagno di università, Charles Alexander Swann, che dovrà essere l’esecutore materiale del delitto. Margot sfugge al tentativo di omicidio e nella colluttazione resta ucciso l’aggressore. Tom riesce a manipolare le prove in modo che la moglie risulti colpevole dell'omicidio premeditato di Swann che l'avrebbe ricattata in quanto in possesso di una lettera destinata all’amante. Solo l’acuto intervento del capo ispettore Hubbard riuscirà a salvare la donna dalla pena di morte e smascherare il vero colpevole.
E’ attualmente nelle sale cinematografiche la copia restaurata e in versione originale di Delitto Perfetto, film non molto amato dal regista portato a termine in maniera sbrigativa solo per concludere il contratto con la Warner Bros; per certi versi si può considerare un film minore per la conclusione un po’ lambiccata ma stiamo sempre parlando di un film minore di un maestro assoluto della cinematografia come Alfred Hitchcok che come ha dimostrato la recente mostra milanese è stato anche un grande sperimentatore di tecniche cinematografiche. In Delitto perfetto Hitch si cimenta con il 3D e la pellicola attualmente in sala viene trasmessa proprio in stereoscopia.
Ci voleva il grande maestro del brivido per riappacificarmi con il 3D che nei film contemporanei è solo un effetto speciale portato alle estreme conseguenze con gli oggetti che sembrano colpire la faccia dello spettatore (giochino noioso al terzo film in 3D che si vede). Delitto perfetto si svolge quasi tutto nell’appartamento, anzi nel salotto dell’appartamento dei Wendice e la stereoscopia serve a dare profondità all’ambiente dando la sensazione di assistere ad uno spettacolo teatrale dove la quarta parete viene bucata rare volte dagli oggetti interni alla scena.
La pellicola tratta magistralmente due temi molto cari al cineasta: il senso di colpa e la paura di essere scoperti ed è interessante notare come il tennis torni nei film di Hitchcok dedicati alla formulazione del delitto perfetto (anche in Delitto per delitto): se ne sarà ricordato anche Woody Allen per Match Point?
Pur nella complessità della risoluzione del giallo, Delitto perfetto mostra proprio nella parte finale il classico esempio della suspense hitchcockiana: Margot si salverà dalla pena di morte solo se il marito dimostrerà di essere a conoscenza di un particolare e l’ispettore racconta alla donna le incertezze dei gesti dell’uomo fino a quando non si ricorda del dettaglio che aveva sottovalutato la notte del delitto e che lo incastrerà.
Ad interpretare Tom Wendice c’e’ un ottimo Ray Milland, attore di cui troppo spesso si dimentica la bravura. Questa pellicola segna l’inizio della collaborazione tra Hitchcock e Grace Kelly impegnata in una parte un po’ diversa dagli altri personaggi che Hitch le disegnerà addosso: all’inizio la vediamo come una moglie infedele anche se pentita del tradimento che sfoggia due abiti rossi, veste una lunga camicia da notte bianca quando le spetta il ruolo di vittima e il suo look si fa sempre più dimesso quanto più la donna rimane frastornata dagli eventi che le sfuggono di mano: siamo ben lontani dall’icona di eleganza sicura e glaciale di Caccia al Ladro o La finestra sul cortile.
Commenti