Ricomincia stasera, dopo un'inopinata pausa ferragostana, la serie più interessante dell'estate 2013, stagione asfittica come ogni tradizionale palinsesto estivo che si rispetti. Per questo motivo ho apprezzato la decisione di fermare la programmazione da parte di Sky: per non bruciare un prodotto che si sta rivelando molto interessante. Il contrario di quanto sta facendo Raidue con Vegas, altra serie degna di nota buttata allo sbaraglio questa primavera e ritirata dopo il flop del pilot e trasformata ora in riempitivo dei vuoti della programmazione estiva con orari molto ballerini (poi chiedetevi perché la gente scarica..)
Tornando a The Bridge va ricordato che la serie è la trasposizione americana di un prodotto scandinavo Bron: mentre il ponte nord europeo divide la Danimarca dalla Svezia quello americano è sul confine ben più scottante tra Stati Uniti e Messico scenario del giornaliero passaggio di clandestini e droga a cui si aggiunge l'opera di un serial killer dagli intenti moralistici: con i suoi delitti vuol dimostrare l'indifferenza verso la sorte dei messicani, soprattutto le ragazze vittime di abusi che finiscono molto spesso con l'omicidio.
Il killer debutta con un clamoroso duplice assassinio sul ponte unendo il tronco di una donna giudice texana alle gambe di una giovane prostituta messicana; il caso viene affidato a una "strana coppia" la detective americana, affetta da Sindrome di Asperger, Sonya Cross e il pacioso poliziotto messicano Marco Ruiz.
Il complesso carattere della detective sembra dovuto o accentuato da qualche trauma infantile o adolescenziale che spero emerga nel corso dei prossimi episodi dato che incuriosisce quanto la soluzione del caso.
A interpretare il personaggio di Sonya c'è Diane Kruger al suo debutto nel seriale televisivo, più che esaltarne l'innegabile bravura una domanda: a quando un biopic su Carole Lombard? La Kruger è praticamente identica!
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