Se dobbiamo esser onesti dobbiamo ammettere che il rock'n'roll è morto: esiste una band i cui membri non siano over 50 o giù di lì? Ben vengano allora i documentari che celebrano le grandi star del rock'n'roll dai Rolling Stones di Scorsese a questa bizzarra celebrazione di Bruce Springsteen.
Non è infatti il Boss ad essere al centro del documentario ma i suoi fedelissimi fans, come si evince dal titolo Springsteen and I.
Un'opera creata dal basso con materiali spesso inediti girati dai devoti springsteeniani e video amatoriali di chi ha accolto l'appello di spiegare cosa rappresenti per lui il rocker del New Jersey.
Ne esce un quadro a tratti surreale che riesce a divertire per l'evidente follia di alcuni fan ma ci sono momenti anche commoventi e stupisce come una gamma di sentimenti così vari possa coinvolgere anche chi non è uno springsteeniano di ferro come la sottoscritta.
Che il concerto rock sia il corrispettivo di una messa laica è risaputo e il regista Billie Walsh organizza i materiali secondo questo criterio, del resto Bruce ha il carisma e le physique du rôle per essere un predicatore: il film si apre su un'invettiva stile gospel per introdurre Spirit in the night, segue la parte miracolistica con le storie di chi ha avuto la fortuna di salire sul palco, ricevere fortunosamente biglietti per le poltronissime del Madison Ssquare Garden o incontrare il cantare per strada e duettare con lui.
Se Bruce è una divinità per i suoi fans è un dio molto carnale e ho adorato la parte su squinternate signore che raccontano con deliri misticheggianti e orgasmatici il contatto con il Boss che nell'inaspettato monologo sul cunnilingus si rivela più divertente e disinibito di quel che ci si aspetta da un autore impegnato.
Ovviamente anche gli aspetti più seri della poetica del cantante vengono indagati, di quanto la sua musica sia di conforto per la worker class che fatica duramente e sicuramente la testimonianza più toccante in questo senso è quello della ragazza laureata che si mantiene facendo la camionista.
Attraverso lo sguardo estatico dei fans lo stile originale della pellicola riesce a dare un ritratto a tutto tondo dell'artista.
A chiudere il film un estratto dell'oceanico concerto del 2012 a Londra chiuso dai duetti con Paul McCartney.
Traduco:
il Boss e' il numero uno di tutti i tempi! :)
Scritto da: roy | 25 luglio 2013 a 21:20