Michele Grassadonia è un ecologista radicale che cerca di vivere senza consumare acqua ed energia elettrica, ovviamente men che meno usa l’automobile, almeno fino ad una sera di pioggia , quando per fare un favore al suo capo, accompagna la di lui amante a una festa. Mentre sta raggiungendo la donna Michele urta qualcosa ma sulla strada non c’è nulla, dopo qualche chilometro soccorre un ferito e, date le precedenti ammaccature, la polizia lo crede colpevole dell’incidente che si rivela mortale..
L’esordio dietro la macchina da presa di Luigi Lo Cascio è una vicenda cupa, dalle sfumature kafkiane dove un uomo innocente ma dalle abitudini poco ortodosse finisce vittima del meccanismo giudiziario, un’entita mastodontica e nebulosa per natura, figuriamoci se poi si tratta del sistema giudiziario italiano, lacunoso e cavilloso all’ennesima potenza.
La bellissima Siena, la città ideale del titolo perché mantiene ancora una dimensione “a passo d‘uomo” diventa sempre più cupa col progredire della storia in cui si trova invischiato il protagonista, costretto a una discesa negli inferi degli azzeccagarbugli, dal primo avvocato d’ufficio che gli consiglia il silenzio mentre Michele vuole confrontarsi apertamente con la legge per chiarire la propria posizione, al più famoso avvocato senese che si prende cura del suo caso solo dopo la morte della vittima dell’incidente per finire con l’avvocato siciliano Scalici, invischiato con la mafia a cui si rivolse anche il padre di Michele scomparso da tempo ma che ha lasciato in eredità alla moglie e al figlio un debito con gli strozzini.
Michele, da solo (o meglio, con l'aiuto del Guidoriccio da Fogliano), trova anche la possibilità di dimostrare la sua innocenza, tutto starà all’abilità degli avvocati, ma come gli chiede Scalici nei meandri del Palazzo di Giustizia palermitano (il famigerato palazzo dei veleni di Falcone): valeva la pena di prestare soccorso?
Finale aperto ma amaro con un protagonista forse troppo ligio e fiducioso nel seguire le regole che esce disilluso (vittorioso a questo punto, che importa?) dal suo confronto con la Legge.
Un film molto interessante, pur se con qualche incertezza che si avvale di un cast strepitoso soprattutto nelle prove di Lo Cascio e di un Burruano in grado di incutere terrore con la sua untuosa bonomia.
E perché Aida Burruano? è spettacolare! In effetti il messaggio è amaro nel senso meglio farsi gli affari propri.
Scritto da: Amisaba | 01 luglio 2013 a 14:37
hai ragione, sia per l'attrice che per il messaggio, non importa se Michele vince la causa, diventerà uno che si farà solo gli affari suoi.
Scritto da: ava | 01 luglio 2013 a 18:53