Biagio Bianchetti è ossessionato dalla rivalità con Ottone Di Valerio il compagno di scuola che continua a battere con scioltezza i tentativi di emergere del povero Bianchetti, anche nell’attività imprenditoriale. Biagio, stremato dai debiti, decide di suicidarsi. Nell’aldilà però la sua posizione non risulta chiara e gli viene concessa una settimana di proroga sulla Terra per dimostrare di meritarsi il Paradiso. Bianchetti decide di reincarnarsi in Dennis Rufino, manager di successo che collabora con Ottone: l’intento ovviamente non è quello di redimersi ma di rovinare la vita al rivale di sempre...
Sergio Rubini non è nuovo alle contaminazioni fantastiche nelle sue opere e in Mi rifaccio vivo gioca con un topos classico del cinema, quello del ritorno in vita di un morto per errore (il chiodo del pontile ha tolto a Biagio la possibilità di scegliere se portare a termine l’insano gesto). Tutta la parte iniziale gioca con allusioni alte e basse della cultura cinematografica: Lillo con la pietra al collo è un fedele epigono di Fantozzi ma un film che inizia da un racconto in flash back di un annegato richiama subito alla mente Viale del tramonto ed è anche molto bella la parte surreale nell”albergo” in cui vengono raccolti i defunti.
Il corso della pellicola ha un esito altalenate ma è estremamente divertente nei risvolti con l’attualità, anche casuali come quello del Monte dei Paschi di Siena.
Pur nell’imperfezioni dell’opera (a tratti il taglio si fa troppo televisivo nelle cartoline romane) va riconosciuto al regista il merito di osare, portando alle conseguenze più folli la pochade, ribadisco molto divertente grazie anche alla prova degli attori a loro volta divertiti, soprattutto Margherita Buy finalmente in una parte fuori dai soliti schemi in cui solitamente la costringono.
Mi sono divertito molto.
Io gli avrei fatto prendere il chiodo anche nel finale...:)
Scritto da: roy | 14 maggio 2013 a 18:01
.. e ributtarlo di sotto? :)
Scritto da: ava | 16 maggio 2013 a 13:58