Secondo la tradizione, una strega deve lasciare la sua casa al compimento del tredicesimo anno e fare un anno di apprendistato solitario in una città lontana da casa. Kiki decide di partire in una notte di plenilunio e di stabilirsi in una grande città sul mare in compagnia del suo gatto nero, Jiji. Ambientarsi nella nuova città però non è tanto facile: anche se Kiki si è inventata un’attività di consegne a domicilio, a un certo punto l’aspirante strega rischia di perdere i poteri magici..
Arriva nelle sale con 24 anni di ritardo questa pellicola firmata da Hayao Miyazaki nel 1989. Il film non è invecchiato di un giorno e chi non conoscesse la filmografia del maestro giapponese non sospetterebbe di vedere un film che ha un quarto di secolo.
La distribuzione in sala è così tarda perché Kiki - consegne a domicilio vene considerato un film minore nella filmografia di Miyazaki (e se quest’adorabile pellicola è un film minore immaginate cosa sono i capolavori del padre dello Studio Ghibli!).
Kiki - consegne a domicilio ha una storia molto lineare e rappresenta il romanzo di formazione di una preadolescente con un interessante riferimento al simbolico femminile: Kiki deve lasciare casa al compimento del tredicesimo anno, età classica della comparsa del menarca e le persone con cui si confronta sono tutte donne in diverse fasi della vita: le offre un tetto la panettiera signora Osono che è incita, la prima cliente è una raffinata stilista di moda, nel bosco incontra Ursula, pittrice dallo spirito indipendente che trascorre l’estate da sola in una baita, poi c’è la vecchia signora che Kiki aiuta a cucinare per la nipotina snob che detesta i regali della nonna.
Kiki non ha mai riflettuto molto sui propri talenti da strega infatti sa solo volare con la scopa e riesce a riciclarsi come pony express volante ma il non conoscere sè stessa, vergognandosi della propria divisa nera da tirocinante, la porterà a rischiare di perdere la propria magia. Questa volta, la classica colpa da scontare, tipica della teoretica di Miyazaki, è verso sè stessi.
Non manca il riferimento classico alla natura con la sequenza delle oche selvatiche che sanno sfruttare a proprio vantaggio i cambiamenti del vento a differenza della maldestra streghetta e lo scontro con i corvi, mentre Jiji, il gatto nero famiglio della ragazzina, è protagonista di un intermezzo molto divertente quando deve fingersi pupazzo e viene salvato da Jeff, un vecchio cane che ricorda molto nel tratto e nell’indolenza il mitico Nebbia di Heidy.
Nel film Miyazaki omaggia una sua grande passione, quella per il volo che esalterà nel capolavoro Porco Rosso: oltre a Kiki che vola su una scopa, c’è Tombo, il ragazzino con cui Kiki stringe un’amicizia che è il preludio di un probabile innamoramento, che ha la passione per il volo e costruisce una bicicletta volante e la sequenza dell’incidente del dirigibile è narrata con grande pathos concludendo il film con grande coinvolgimento dello spettatore.
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