A Countess from Hong Kong
GB 1967
con Marlon Brando, Sophia Loren, Sydney Chaplin, Tippi Hedren, Patrick Cargill
regia di Charlie Chaplin
Ogden Mears, figlio del petroliere più ricco del mondo, con l'ambizione della politica, incontra ad Hong Kong l’entraineuse Natasha, figlia di nobili russi riparati in Estremo Oriente durante la rivoluzione e qui costretti a una vita di stenti. La ragazza ripara nella cabina di Ogden come clandestina per rifugiarsi in America, ovviamente durante il viaggio nasce l’amore e per Natasha Ogden abbandona le velleità politiche che lo costringerebbero a restare con la moglie per un matrimonio di facciata.
La contessa di Hong Kong è l’ultimo film diretto da Charlie Chaplin e l’unico che il grande maestro gira a colori. Pur essendo un’opera piacevole, il livello è di gran lunga inferiore a quello dei capolavori a cui Chaplin ci aveva abituati e l’accoglienza della critica all’uscita in sala fu molto tiepida.
Di certo la commedia romantica nel 1967 era un genere già in declino e ai protagonisti viene chiesto di riproporre una comicità molto fisica tipica dell’epoca d’oro di Chaplin (la rincorsa a nascondersi ogni volta che suona alla porta) i due bellissimi protagonisti se la cavano, forse la Loren anche meglio di Brando ma per tutto il film ho avuto il sospetto che Chaplin abbia riproposto una comicità alla Charlot non tanto per senilità o perché non sapesse fare altro ma per ricordare con una punta di veleno la sua inarrivabile bravura.
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