Enrico Oliveri, segretario del partito di sinistra all’opposizione è oggetto di dure contestazioni sia all’interno del partito, che da parte degli iscritti. Non riuscendo più a sostenere la situazione, Oliveri fugge all’estero, a Parigi e si rifugia da una donna che ha amato in gioventù. Nessuno è al corrente della fuga, neppure Bottini, fedele portaborse del segretario che per risolvere la situazione è costretto a chiedere lumi anche al fratello gemello di Oliveri, Giovanni, appena dimesso da una clinica psichiatrica. Ma un giornalista scambia il gemello per il politico intervistandolo: la lucida follia di Giovanni causa una stupefacente rimonta elettorale..
Roberto Andò porta sullo schermo la riduzione cinematografica del suo romanzo Il trono vuoto del 2012 che ha vinto sia il Premio Campiello per opera prima chee il Premio Vittorini per opera prima.
Riduzione cinematografica è la definizione più azzeccata perchè se tutta la trama del film si concentra sul dramma politico, quanto mai attuale, si possono comunque cogliere degli aspetti del legame morboso tra i due fratelli (l’amore per la stessa donna, il silenzio dell’uno che fa sempre da contraltare alle telefonate dell’altro) che credo siano sviluppati meglio nel romanzo per cui nutro molta curiosità.
L’attualità politica è quanto mai stringente: i fatti ci hanno dimostrato che ancora una volta la battuta “rassegnati De Bellis, questa volta siamo costretti a vincere” l’ha potuta dire solo un pazzo con disturbi della personalità. Il film va però ben oltre la critica precisa a una specifica parte politica per puntare il dito su un intero sistema che vive solo di apparenza televisiva e l’omaggio alla battaglia di Fellini contro i tagli pubblicitari nei film è commovente.
Viva la libertà è una commedia amara ma molto divertente che ci consegna un’ulteriore prova del gigantismo attoriale di Toni Servillo, talmente bravo da non credere neppure che sia lo stesso attore che impersona due gemelli tanto caratterizza bene i due personaggi.
Valerio Mastandrea si dimostra un’ottima spalla: le sue espressioni imbambolate e impotenti di fronte a una situazione che gli è sfuggita di mano sono esilaranti.
Molto più che affascinante Valeria Bruni Tedeschi nei ruolo di una donna da sempre incline al triangolo amoroso; se posso permettermi una piccola cattiveria il tempo è stato più generoso con lei che con la Premier Dame Carlà.
Mastandrea e Servillo superano se stessi ad ogni film.
In questo sono stati fantastici.
Lo sai che ho pensato anche io la stessa cosa su Valeria Bruni Tedeschi?
Scritto da: Roy | 28 febbraio 2013 a 08:31