Avevo espresso qualche dubbio all’inizio della prima stagione di American Horror Story perchè ruotava troppo attorno a temi perbenisti tipicamente americani, fortunatamente nelle ultime puntate era prevalsa una dose maggiore di ironia che mi aveva permesso di apprezzare molto di più gli episodi conclusivi.
Ironia cinica e perversa che ritrovo in una favolosa prima puntata della seconda stagione ricca di spunti cinefili a partire da Tod Browning. Cambia l’ambientazione, dalla casa stregata si passa ad un altro luogo orrorifico per eccellenza: il manicomio. Torna Jessica Lange in un ruolo diverso, quello di Suor Jude che dirige con polso di ferro (e bacchette di legno di ogni dimensione) l’ospedale psichiatrico; la sua apparizione ha cambiato in pochi minuti il mio immaginario se associavo Dominique nique nique a una paciosa Orietta Berti che la cantava imbracciando la chitarra, ora quel ritornello è indissolubilmente legato a suor Jude e alla sua sottoveste rossa.
Nella struttura agisce anche il dottor Arthur Arden (James Cromwell), scienziato pazzo che compie esperimenti illeciti sui poveri pazienti. Pazienti che sarebbe meglio definire vittime visto che molti di loro sono stati rinchiusi a Briarcliff per colpe he non hanno commesso, il caso più interessante è quello di Bloody Face, un giovane benzinaio rapito dagli alieni insieme alla moglie di colore e ritrovato con addosso la pelle scuoiata della consorte. Ovviamente le sue proteste di innocenza chiamando in causa i marziani accreditano ulteriormente la sua follia.
I fatti indicibili di Briarcliff iniziano negli anni ‘60, precisamente alla fine del 1964, in un America spaventata dalla morte di Kennedy, intimorita dalle pulsioni sessuali dei giovani, dalle lotte per i diritti civili dei neri e le relazioni omosessuali e in piena ossessione per la conquista dello spazio e il rischio di invasioni aliene. Tutto questo rivive in maniera deviata tra le pareti del manicomio e si rispecchia nel presente: per ora abbiamo visto solo un’odiosa coppia sempre eccitata che passa la luna di miele visitando i luoghi più spaventosi d’America e la loro avventura si ferma tra le mura di Briarcliff : tenendo conto che il marito è interpretato da Zachary Quinto, il perfido Saylar di Heroes, lo scontro con i fantasmi del passato non promette nullo di buono..
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