Con Robbie, teppistello dei bassifondi di Glasgow arrestato dopo l'ennesima rissa, il giudice è particolarmente clemente dato che il giovane sta per diventare padre e sembra seriamente intenzionato a cambiare vita. Henry, il supervisore dei servizi sociali prende a benvolere il giovane e lo introduce alla degustazione del whiskey per cui il ragazzo scopre di avere un talento naturale. Robbie riuscirà a trasformare la nuova passione in un lavoro non prima di aver tentato una truffa ad un’asta per un pregiatissimo e rarissimo whiskey.
In pieno fermento occupy, Ken Loach dirige una divertentissima commedia a lieto fine dove non manca di affrontare le tematiche più care al suo cinema d’impegno sociale: la seconda occasione e la fatica di affrontare una scelta di radicale cambiamento.
La cosa che colpisce di più da quest’Italia con le carceri strapiene e ai limiti dei diritti umani è vedere il meccanismo di recupero britannico: i servizi sociali sono sgangherati come in Misfits ma vedere riverniciare una scuola e ripulire un cimitero (il meraviglioso cimitero gotico The necropolis di Glasgow) ti fa proprio domandare cosa aspettino a introdurre i servizi sociali anche da noi.
C’è poi un momento ancora più drammatico: il confronto tra Robbie e la famiglia del ragazzo vittima della sua violenza: la vergogna provata da Robbie e la sua compagna vale più di qualsiasi pena detentiva.
Mentre fa pace con se stesso e cerca di non cadere nelle provocazioni di una banda di teppisti rivali, Robbie fa amicizia con in suoi sgangherati compagni dei servizi sociali e con loro matura il piano di rubare parte del pregiatissimo whiskey che sta per andare all’asta.
La redenzione di Robbie quindi non è totale? Loach (e noi con lui) parteggia per questa banda di sgangherati “soliti ignoti” perché comunque una percentuale di whiskey va sempre irrimediabilmente persa all’apertura di una botte ed è su questa parte degli angeli che intendono lucrare i nostri improbabili truffatori e oggettivamente c’è qualcosa di immorale (al di là della facile retorica sui tempi di crisi) nel comprare all’asta una piccola botte di whiskey per oltre un milione di sterline, per quanto pregiato possa essere il distillato.
La parte degli angeli è una deliziosa commedia che oltre ai risvolti sociali testimonia una grande capacità di Ken Loach di sfruttare i tempi comici: le due gag migliori vendono dopo due momenti di forte tensione per cui la risata è ulteriormente liberatoria.
Da vedere.
Vincitore del Premio della Giuria di Cannes 2012.
Commenti