Anche Jean Reno è sbarcato sul piccolo schermo con una serie televisiva che rinnova con sapienza il polar francese e che dal 17 gennaio viene trasmessa su Fox Crime in prima visione tv.
Il protagonista è un detective di mezz'età che ha dedicato tutta la sua vita all’investigazione e ben poco alla famiglia: ha avuto una figlia con una prostituta che ora è morta. Con alle spalle un passato di alcol e droghe, Jo, dopo un infarto, cerca di ripulirsi, non tanto per la propria salute, quanto per avvicinarsi alla figlia che ha bisogno di lui.
Come nella serie inglese Il commissario Wallander, interpretata da Kenneth Branagh, la vicenda personale del protagonista fa da trama orizzontale della serie e per ora ha poco spazio, lasciandone molto di più alle trame verticali dei singoli episodi. I primi due casi spiccano nel panorama vastissimo dei serial gialli per una certa originalità e sono risolti grazie all’intuizione del detective, la scientifica ha un ruolo meno che marginale.
Ad intrigare è l’uso che viene fatto dell’ambientazione parigina: i monumenti più famosi (per ora Notre Dame e la Tour Eiffel) fanno da sfondo agli omicidi, poi l’azione si sposta in ambientazioni fotografate con luce livida o in notturna a sottolineare i toni noir della serie. Vorrei esimermi dallo sparare sulla croce rossa ma vedendo un’ambientazione così cupa per la Ville Lumière è impossibile non pensare alle nostre serie televisive: anche nelle più accurate (ad es. Montalbano) non si rinuncia mai alla dimensione da cartolina del sole splendente e dei panorami mozzafiato.
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