Se ne andava venti anni fa Audrey Hepburn, icona di stile che in questi anni ha visto levitare il suo mito superando quasi quello di Marilyn. Mi diverte molto che la idolatrino ragazzine dalle sopracciglia (orrendamente) depilate e dalle unghie perfette mentre la loro beniamina aveva delle sopracciglia folte e per quanto riguarda le unghie mi è sempre rimasto impresso l’aneddoto raccontano da Isabella Rossellini nella sua autobiografia del 1997 in cui descrive la diva con le unghie listate di nero ma non per questo meno charmant.
Abbandono la mia indebita incursione nella moda a e torno al cinema.
Audrey Kathleen Ruston nasce a Bruxelles il 4 maggio 1929, il padre è inglese mentre la madre è un’aristocaratica olandese. Wikipedia risolve le curiosità sull’omonimia di Audrey e Kate Hepburn alludendo a una propabile medesima discendenza dal quarto Conte di Bothwell, James Hepburn.
Il divorzio dei genitori porta Audrey a vivere a Arnhem, cittadina olandese che subisce l’invasione nazista. Audrey Hepburn ha sempre giustificato la sua magrezza con la fame patiti nei duri anni sotto il dominio nazista.
Di certo anche la disciplina dovuta agli studi di danza regalano alla diva la linea invidiavibile che sarà una caratteristica della sua carriera.
Il debutto cinematografico avviene nel 1948 in un documentario educativo (L’olandese in 7 lezioni); nonostante alcune particine in produzioni cinematografiche britanniche, è il lavoro nel musical teatrale tratto da Gigi di Colette (che la scelse personalmente per il ruolo di protagonista) a portarla nel 1951 in tournee a Broadway dove vince il Theatre World Award.
Nel 1952 incanta regista (William Wyler) e produzione nel provino di Vacanze romane per il cui ruolo principale si era pensato a Liz Taylor. Gregory Peck chiede che il nome della sconosciuta attrice sia messo in cima al cartellone perchè si dice certo che la giovane Audrey vincerà l’Oscar. Per Vacanze romane, forse il suo ruolo più signifivo, la Hepburn vince non solo l’Oscar ma anche diversi altri importanti premi.
Per regia di Billy Wilder nel 1954 l’attrice gira Sabrina altro monumentale film che la pone nell’olimpo cinematografico.
Nel 1956 è Natasha Rostova in Guerra e Pace il kolossal tratto dal classico di Tolstoy diretto da King Vidor; nel ’57 sfoggia il suo talento di ballerina accanto a Fred Astaire in Cenerentola a Parigi ed è la giovane sognatrice che fa innamorare il vecchio playboy Gary Cooper in Arianna ancora per la regia di Billy Wilder. Nel 1959 la prima prova drammatica della carriera che le vale la terza nomination agli Oscar, il secondo BAFTA e un David di Donatello, Storia di una monaca diretto da Fred Zinnemann.
Nel 1960 vesti i panni di una mezzosangue indiana nel western di John Huston Gli inesorabili.
Nel 1961 il terzo film pilastro della sua carriera: Colazione da Tiffany dove interpeta la sofisticata e svampita Holly Golightly e incanta tutti cantando Moon river guadagnandosi una quarta nomination agli Oscar.
Nel 1962 gira un film dai toni molto scabrosi per l’epoca, trattando il tema del lesbismo, Quelle due. A dirigerla e’ nuovamente il regista di Vacanze romane, William Wyler che gira il remake de La calunnia diretto dal medesimo regista nel 1936. Accanto a Audrey Hepburn c’e Shirley MacLaine nei panni dell’insegnante effettivamente innamorata dell’amica che dopo l’insinuazione della studentessa si suicida.
Nel ’63 è protagonista accanto a Cary Grant di Sciarada, raffinata commedia giallo rosa diretta da Stanley Donen.
Nel 1964 Audrey Hepburn interpreta il lussuoso musical firmato da George Cukor, My fair lady ispirato all'opera Pigmalione di George Bernard Shaw.
Nel 1966 gira Come rubare un milione di dollari e vivere felici accanto a Peter O'Toole e Eli Wallach, l’ultima commedia diretta da William Wyler, il regista che l’aveva lanciata in Vacanze romane.
Sempre per la regia di Stanley Donen nel 1967 è Joanna Wallace, una donna in crisi con il marito che compie un ultimo viaggio con lui e rievocando i bei tempi del loro amore ritrova la forza per ricominciare. Due per la strada resta una delle pellicole più interessanti sull’analisi del rapporto di coppia e valse una nuova nomination agli Oscar alla Hepburn. Nello stesso periodo l’attrice si separa dal marito, l’attore Mel Ferrer che aveva sposato nel 1954. Il dramma personale si consuma durante la lavorazione del thriller, prodotto dallo stesso Ferrer, Gli occhi della notte, in cui Audery Hepburn interpeta una donna cieca venuta accidentalmente in possesso di una partita di droga. Il film è diretto da Terence Young.
Dopo il ‘67 Audrey Hepbur dirada le sue apparizioni cinematografiche preferendo dedicarsi alla nuova famiglia formata con lo psichiatra italiano Andrea Dotti; da segnalare però il film girato nel 1976 accanto a Sean Connery per la regia di Richard Lester: Robin e Marian racconta le ultime avventure di Robin Hood a vent’anni di distanza dalle sue gloriose imprese. Tornato dalle Crociate ritrova Marian che si è fatta suora, stanco di aspettarlo mentre lo sceriffo di Nottingham continua a vessare il popolo.
L’ultima apparizione dell’attrice sul grande schermo risale al 1989 con un cameo in Always di Spielberg.
Finito anche il matrimonio con Dotti nel 1982, Audrey Hepburn si dedica a opere benefiche soprattutto a favore dei bambini per conto dell’UNICEF. Si spegne il 20 gennaio 1993, a soli 64 anni per un cancro intestinale.
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