Visto il passaggio televisivo della saga de Il signore degli anelli ripropongo questa mia recensione scritta all'uscita in sala del secondo capitolo
Lord of the Rings: The Two Towers
USA – Nuova Zelanda, 2002
con Viggo Mortensen, Ian McKellen, Elijah Wood, Andy Serkis, Liv Tyler, Cate Blanchett, Orlando Bloom
regia di Peter Jackson
Monopolizza in questi giorni la programmazione delle sale cinematografiche il secondo capitolo tanto atteso della saga tolkeniana.
Il primo episodio della trilogia si era chiuso con la separazione dei membri della compagnia dell’anello: il portatore dell’ amuleto , l’hobbit Frodo e il suo fido compagno Sam diretti nelle terre di Mordor per buttare l’anello nel fuoco distruttore, il bell’Aragorn con l’elfo Legolas e il nano Gimli sulle tracce di Pipino e Merry rapiti dagli orchetti.
Il riassuntino e’ d’obbligo perche’ il nuovo film entra subito in medias res e confida nel fatto che gli spettatori abbiano provveduto al ripasso possibilmente con l’acquisto del cofanetto dvd.
Il film e’ sicuramente molto piacevole, rutilante, con qualche citazione shakespeariana ad alzare i livello (tra tutte il nerovestito consigliere Vermolinguo che in una delle sue prime battute parla del “nostro scontento”, qualora fosse sfuggito il riferimento al fosco Riccardo di Gloucester).
Gli effetti speciali sono stupefacenti soprattutto per quel che riguarda il personaggio di Gollum: il mix di recitazione umana ed rielaborazione al computer crea qualcosa di sorprendente che stupira’ anche gli spettattori piu’ scafati: sapere che quello che vedete non e’ “umano” anche se la mimica e la gestualita’ sono di un’ umanita’ toccante vi sconcertera’, non per nulla si parla di candidare all’oscar l’attore Andy Serkis che interpreta lo schizofrenico personaggio.
Detto questo non si esce totalmente soddisfatti dalla visione.
Tenendo presente che stiamo assistendo a parte di un corpus unico di nove ore e quindi il giudizio potra’ essere esaustivo solo a visione completa, non possiamo non notare dei difetti: l’enfasi di certi momenti precedenti agli scontri con indugi su strazianti addii tra consanguinei spezza il ritmo, il ridurre l’eroico Gimli, l’ultimo della stirpe dei nani ad una macchietta anche nelle scene piu’ cruente della battaglia e’ una scelta discutibile e le battaglie stesse sono girate in maniera piuttosto prosaica: l’estro di Jackson va sicuramente piu’ verso il visionario e le scene piu’ belle del film sono la marcia notturna degli elfi alla volta di Valinor alle luce delle lanterne e il drappello di elfi che giunge a dar manforte agli uomini che si preparano al grande scontro al Fosso di Helm.
Il regista stesso giustifica la scelta umoristica per spezzare il tono troppo cupo e violento che altrimenti avrebbe assunto il film, e in effetti queste accuse soprattutto negli Stati Uniti non sono mancate, dove il film e’ stato addirittura giudicato propagandastico della guerra contro l’Iraq e l’ente Two Towers Protest Organisation ha avanzato su internet la richiesta di cambiare il titolo in quanto allusivo all’amaro episodio dell’11 settembre.
Sorvoliamo, e se proprio vogliamo vedere una morale in questo che non vuole essere altro che un blockbuster, troviamo un anelito ecologista dove alla violenza cieca e distruttrice dei suoi abitanti (vogliamo vedere nella nascita degli uru-kai dal fango una metafora della clonazione?) la terra stessa risponde mettendo in gioco le sue forze vitali piu’ arcaiche e proprio loro riusciranno a ribaltare le sorti di una battaglia che sembrava perduta.
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