Nell'anno in cui si celebra il bicentenario della pubblicazione delle fiabe dei Fratelli Grimm arriva in Italia questa serie televisiva che ne stravolge il mito. I Grimm sono umani dotati della capacità di riconoscere gli esseri sovrannaturali che si celano tra noi e di combatterli. Nick Burkhardt, detective della omicidi di Portland, non sa di essere un Grimm, fino a quando la zia che lo ha allevato non glielo confida in punto di morte, lasciandogli tutto il materiale necessario per combattere gli esseri dotati di un lato oscuro.
Nick fa anche conoscenza con un Blutbad, Monroe, che con una dieta vegetariana e tanto pilates riesce a tenere a bada la sua natura mannara.
Monroe diventa il confidente di Nick rivelandosi un aiuto prezioso in molti casi.
La serie non mi esalta particolarmente perché trovo piuttosto debole il lato poliziesco della trama mentre è interessante l'omaggio che si fa alle fiabe dei Fratelli Grimm: ogni puntata si apre con una citazione dalla fiaba a cui ci si è ispirati (su Wikipedia è possibile trovare la citazione e la fiaba di riferimento per ciascun episodio).
Trovo molte attinenze con serie fantasy dei primi anni 2000: i testi raccolti da generazioni di Grimm mi ricordano Il libro delle ombre di Streghe o quello dei cambiamenti di Ghost Whisperer, c'è da domandarsi come mai esaurito il filone fantasy in questi ultimi anni sia così in auge quello legato alle fiabe sia sul grande schermo che in tv (vedi il successo di Once upon a time).
Pur non ritenendola eccelsa devo riconoscere la bravura nell'acchiappare l'attenzione degli spettatori: il pilot, ispirato a Cappuccetto Rosso, si apre su Sweet dreams cantata dagli Eurythmics e si chiude sulla cover gotica di Marilyn Manson a simboleggiare la cupa realtà che deve fronteggiare Nick. La trama orizzontale è un po' nebulosa ma il finale di stagione si chiude con un colpo di scena: il ritorno della madre di Nick creduta morta e interpretata da Mary Elizabeth Mastrantonio, con questi presupposti mi toccherà vedere anche la seconda stagione!
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